Fed, sui tassi porta in faccia a Trump

Trump chiedeva una discesa dei tassi per agevolare la propria guerra commerciale alla Cina, ma i verbali della Federal Reserve non hanno contenuto alcuna sorpresa. L’approccio paziente sui tassi è giudicato “appropriato”, segno che il costo del denaro è destinato a restare invariato per un po’ anche se l’economia migliora. Inoltre, la recente debolezza dell’inflazione è vista come temporanea.

I membri della banca centrale sposano la linea attendista disegnata dal governatore Jerome Powell che, durante la conferenza stampa post decisione, aveva detto che il livello dei tassi di interesse era “appropriato per adesso” rimandando la decisione su una possibile stretta monetaria più avanti nel corso dell’anno.

Dalle minute della riunione di inizio maggio, emerge inoltre un certo ottimismo dei funzionari Fed sulle previsioni economiche per il 2019, anche se le valutazioni non tengono conto quindi della nuova stretta sui dazi decisa dall’amministrazione Trump su 200 miliardi di dollari di prodotti cinesi e del successivo blocco delle attività del colosso Huawei. I banchieri avvertono, infatti, che la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina “potrebbe avere effetti negativi significativi sulla crescita economica statunitense”.

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