Nell’ultimo trimestre le banche italiane hanno subito un crollo sul listino azionario italiano: 11 miliardi in meno di capitalizzazione per sei istituti considerati. E’ quanto emerge dall’articolo di Stegano Righi del Corriere economia, il quale rimarca l’importanza di monitorare con attenzione i cosiddetti “numerini”, ovvero lo spread, che rappresentano la misura della fiducia che il nostro Paese riscuote sui mercati internazionali , in particolare per quanto riguarda quello dei capitali. Bisogna anche considerare che sono proprio questi numerini che stanno portando le aziende italiane a pagare per finanziare le loro attività il 2,8% in più rispetto ai concorrenti tedeschi.
Un’analisi che sembra richiamare l’attenzione a coloro che prendono per scontato o perfino deridono questi numerini: si ricorda infatti che lo Stato è principalmente finanziato dagli acquirenti di Btp,ovvero banche e assicurazioni e che dunque uno spread elevato implicherebbe meno valore degli investimenti che le istituzioni finanziarie detengono in titoli di stato italiani.