
Mifid 2, per i consulenti finanziari nulla è cambiato
“Cosa è cambiato per i consulenti finanziari con Mifid 2? Praticamente niente”. Parola di Massimo Arighi (nella foto)
, partner della società di consulenza AT Kearney, intervenuto all’edizione 2019 di Efpa Meeting (vedi qui la notizia dell’apertura). Arrighi ha tenuto un intervento dal titolo “L’evoluzione della consulenza nell’era Mifid 2”, dove non ha lesinato critiche all’industria della financial advisory e alle modalità con cui è stata applicata la direttiva in Europa. “Non avverrà certo quello che è accaduto in Gran Bretagna”, ha detto Arrighi, ricordando che nel Regno Unito la normativa Rdr, considerata la progenitrice della Mifid2, ha vietato le commissioni di retrocessione, spezzando i legami economici tra le case di gestione e chi distribuisce i prodotti finanziari. In Italia e in Europa è stata preferita invece una soluzione più morbida rispetto alla Rdr britannica, anche e soprattutto grazie all’azione delle banche che, trovandosi in una fase di difficoltà, a detta di Arrighi sono riuscite a far passare una versione soft. Un’altra stoccata dal consulente di AT Kearney è arrivata sul tema dei rendiconti sui costi dei prodotti che le banche e le reti, proprio per disposizioni di Mifid 2, avrebbero dovuto inviare ai clienti entro il primo trimestre 2019. Tra uno slittamento e l’altro, i rendiconti verranno inviati in estate inoltrata, “magari nella settimana di ferragosto quando i clienti sono sotto l’ombrellone”, ha detto Arrighi.
