Consulenti, cresce la minaccia dei robo advisor

Aumentano il numero di operatori e la loro fetta di mercato cresce ogni anno. Sono le piattaforme di wealth tech italiane, i cosiddetti robo-advisor, spesso visti come una minaccia per i consulenti in carne e ossa. Secondo le stime di Pwc, riportate dall’Economia del Corriere della Sera, il mercato del gestione patrimoniale digital ha un tasso di crescita annua del 107%. Ed entro il 2022 le masse in gestione potrebbero aumentare fino a 1,6 miliardi di euro.

Crescono le piattaforme: in tutto sono otto e hanno un Ter dell’1%

Insieme al mercato, com’è ovvio, cresce anche il numero di operatori. Pwc conta in tutto otto piattaforme: Moneyfarm, Euclidea, Yellow Advice, Ib Navigator, Tinaba, Advise Only, Robobox e Deus Technology. Tutti hanno in comune un modello di business ibrido: cioè con la possibilità di comprare titoli online in autonomia su suggerimento degli algoritmi, oppure affidarsi a un gestore patrimoniale tradizionale. L’economicità è il punto forte di queste piattaforme che, tra consulenza e commissioni per la negoziazione degli strumenti finanziari, hanno un Total expense ratio medio (l’ammontare complessivo di voci di costo) intorno all’1%.

Chi comanda il mercato dei robot advisor: guida Moneyfarm con 600 milioni di masse

A dominare il mercato dei robot advisor italiano, per il momento, è Moneyfarm con 600 milioni di euro di masse in gestione. Società, quest’ultima, che in passato era stata al centro di polemiche per una campagna pubblicitaria ritenuta dai consulenti finanziari denigratoria nei loro confronti. L’Anasf, la maggiore associazione di categoria dei consulenti finanziari, aveva poi chiesto e ottenuto da Moneyfarm delle modifiche allo spot pubblicitario.

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