La banca di Facebook non è così sicura

La Banca dei regolamenti internazionali (Bri) è preoccupata da “Libra”, la criptovaluta che Facebook intende introdurre per i propri utenti. Come riporta Milano-Finanza, nonostante i vantaggi delle big tech nell’offerta di servizi finanziari legati all’efficienza, come i bassi costi o la capacità di raggiungere persone che non dispongono di un conto corrente, sussistono comunque diverse insidie a causa del modello di business.

La salvaguardia dei dati personali e il potenziale dominio di mercato delle big tech, dotate rispetto alle banche tradizionali di ingenti vantaggi in materia di tecnologie e risorse finanziarie rappresentano una delle maggiori sfide.

Perciò, secondo la Bri, le autorità di regolamentazione finanziaria e quelle sulla concorrenza e sulla privacy, che oggi hanno obiettivi differenti, in futuro dovranno collaborare maggiormente per definire i controlli sulle big tech.

Per quanto riguarda in particolare “Libra”, a destare la preoccupazione della Bri è il “collegamento tra lacune nei dati su Facebook e il mezzo di pagamento”.

Ancora confusa la questione dei vigilanti. «È troppo presto per dire quali siano le migliori politiche di intervento ma di certo le interazioni tra regole di stabilità finanziaria, concorrenza e privacy possono combinarsi in modi molto complessi, impossibili da prevedere oggi» ha affermato Hyun Song Shin, capo della ricerca della Bri.

 

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