Consulenti Banca Generali, l’ascesa dei wealth manager

Poco più di 2mila consulenti che gestiscono in media oltre 30 milioni di euro a testa e hanno raccolto 1,2 milioni di euro pro capite in sei mesi. Ecco i numeri della rete di Banca Generali esposti nell’ultima relazione semestrale di bilancio,  pubblicata agli inizi di agosto. Un capitolo della relazione della banca è ovviamente dedicata all’attività semestrale dei financial advisor, nel periodo che va da gennaio a giugno. In questo arco di tempo, il numero di consulenti e private banker è cresciuto nel complesso di 37 unità, raggiungendo quota 2.022. Nell’arco di un anno, è salito notevolmente il numero dei wealth manager, cioè i professionisti che gestiscono i clienti con grandi portafogli: erano 320 al 30 giugno 2018 e sono cresciuti fino a 396 al 30 giugno 2019.

La raccolta media pro capite nel semestre dei consulenti di  Banca Generali è stata pari a 1,2 milioni circa, inferiore soltanto a quella dei financial advisor di CheBanca! (più di 2 milioni) e di Intesa Sanpaolo Private Banking (1,4 milioni). Il portafoglio medio gestito da ogni advisor è pari a 31,1 milioni e continua il trend al rialzo manifestato ininterrottamente nell’ultimo decennio: era a 15,7 milioni nel 2010, è salito sopra i 22 milioni nel 2014 e ha superato la soglia dei 30 milioni nell’ultimo anno. La rete di Banca Generali è diventata dunque sempre più produttiva, grazie alla focalizzazione sui servizi di private banking e sui clienti di fascia medio-alta.

Una parte della relazione è dedicata anche alle attività di formazione commerciale della banca che nel 2019 si sono concentrate sui servizi di consulenza evoluta RO4AD, su Mifid 2 e sui certificati di investimento, una categoria di prodotti sempre più gettonata tra i financial advisor.

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