Mediolanum, stop al patto Berlusconi-Doris

Si rompe un legame che dura da trent’anni fra i due soci storici di Banca Mediolanum. Stasera infatti il gruppo che fa capo alla famiglia di Ennio Doris (nella foto) e la Fininvest che fa capo alla famiglia di Silvo Berlusconi hanno “convenuto di soprassedere al rinnovo del patto di sindacato” di Banca Mediolanum, che era stato stipulato in data 14 settembre 2016 e poi modificato ed integrato con accordo del 21 novembre 2018. Patto in scadenza il prossimo 15 settembre, al quale è ad oggi vincolato in quote paritetiche il 50,916% del capitale dell’istituto di Basiglio.

Così è scritto in una nota congiunta del gruppo Doris e di Fininvest, che sottolinea che la decisione è stata presa “in attesa della definizione dei procedimenti giudiziari, tuttora pendenti, promossi da Fininvest in Italia e presso la Corte di Giustizia dell’Unione Europea avverso i provvedimenti della Banca Centrale Europea e della Banca d’Italia aventi ad oggetto la partecipazione azionaria di Fininvest in Banca Mediolanum eccedente il 9,999% del capitale sociale della stessa”.

Il tutto risale al 2014, quando la Banca d’Italia impose a Fininvest di cedere le quote di Banca Mediolanum superiore al 9,99% a seguito della condanna per frode fiscale comminata a Berlusconi. Fininvest si oppose da subito al provvedimento facendo ricorso in tutte le sedi legali. Alla fine sarà il giudice europeo a valutare il caso e deliberare sulla vicenda. Nel frattempo i Doris e i Berlusconi si tengono le mani libere sulle loro quote della banca guidata da Massimo Doris.

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