Truffa diamanti, ecco quanto hanno guadagnato le banche
In particolare, la procura di Milano contesta agli indagati di aver proposto ai clienti delle banche ‘l’investimento in diamanti facendo una rappresentazione parziale, ingannevole e fuorviante sulle caratteristiche dell’investimento in diamanti, presentato come ‘bene rifugio’ in grado di conservare e accrescere il suo valore nel tempo, di agevole liquidita’ e alienabilita’; sulle modalita’ di determinazione del prezzo prospettato come quotazione di mercato; e sull’andamento del mercato dei diamanti’. Per quanto riguarda il reato di riciclaggio, la procura ipotizza ulteriori profitti per Idb di 179,9 milioni di euro e di 88,18 milioni per Dpi. Inoltre, ad alcuni indagati sono contestati anche i reati di ostacolo all’autorita’ di vigiolanza e di corruzione tra privati. Tra gli 87 indagati ci sono due ex amministratori delegati di Banca Aletti, Maurizio Faroni (anche ex dg del Banco Bpm) e Maurizio Zancanaro, oltre a ex manager e dipendenti delle banche coinvolte, in particolare funzionari di filiale
Nell’avviso di chiusura indagini compare anche il nome di Stefano Barrese, responsabile della banca dei territori di Intesa Sanpaolo. Il manager non e’ indagato ma e’ indicato quale firmatario il 30 settembre 2015 del primo accordo tra Intesa Sanpaolo con la societa’ Dpi che prevedeva una commissione del 12% (piu’ Iva) alla banca sulle vendite di diamanti fatte dalla societa’.
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