Banche centrali, il rischio dell’impotenza

Un greve timore si sta facendo largo sui mercati, ovvero che le banche centrali abbiano esaurito tutte le armi disponibili per far fronte ad una nuova recessione o anche ad un nuovo rallentamento economico, in particolar modo in Europa dove i tassi sono già negativi.  La seduta di ieri sembrerebbe quasi smentire questo timore, dato che i listini, dopo che è stato pubblicato negli Usa l’indice Ism non manifatturiero, sono calati verso il basso, così come riporta Il Sole 24 Ore. Un dato che però ha subito alimentato la speranza che la Federal Reserve, visto il rallentamento degli USA più veloce del previsto, si possa convincere a tagliare nuovamente i tassi, una speranza che come ci si aspettava ha fatti riprendere gli indici.

Ad ogni modo si tratta di un balzo troppo poco convincente e rilevante. A pensarla così anche Luigi Nardella, direttore di Ceresio Investors, il quale ha affermato: “Le banche centrali sono al capolinea. Negli Stati Uniti meno, ma in Europa non riesco a immaginare cos’altro possa fare la Bce. Non ci sono più molte munizioni”.

Insomma il tanto acclamato bazooka di Draghi non convince più i mercati. Anche il governatore di Bankitalia Ignazio Visco ha ribadito il concetto di quanto la situazione economica sia peggiore di quanto si immagini.

Uno scenario tragico. Ma purtroppo anche molto realistico.

 

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