Contratto bancari, rottura all’orizzonte

Tensione sul fronte del contratto bancari. Sono arrivate infatti le dichiarazioni del segretario generale della Fabi in vista dell’incontro del 25 ottobre in Abi. “Per alcuni banchieri il fondo per l’occupazione giovanile non serve più. Più guadagnano e meno vogliono spendere: l’incoerenza e la sfacciataggine di alcuni banchieri. In assenza di risposte concrete, mobiliteremo la categoria con scioperi a oltranza, a Milano scenderemo in piazza in 40.000”

“Si va verso la rottura del negoziato per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro dei bancari. Il 25 ottobre, quando riprenderemo le trattative, voleranno stracci sedie e tavoli e poi faremo i nomi. Due rappresentanti di due importanti istituti di credito, uno italiano e uno francese, durante il comitato esecutivo Abi del 16 ottobre, hanno puntato i piedi su argomenti di grande importanza sociale e contrattuale. Uno, quello del gruppo francese, pretende più tagli di personale invocando anche i licenziamenti e ha assunto una rigida posizione di chiusura di fronte agli aumenti economici richiesti dai sindacati (200 euro medi) per i 288.000 lavoratori del settore. L’altro, quello italiano, si lamenta di pagare troppo per il Fondo per l’occupazione giovanile per il quale è previsto un versamento pari al 4% della retribuzione. Versamento che, a suo giudizio, sarebbe iniquo e troppo oneroso per le fasce di stipendio più alte, ritenendo il Fondo persino inutile. Il Fondo è stato istituito col contratto nazionale del 2012, ha garantito 20.550 assunzioni di under 35 in 7 anni, è finanziato dal contributo economico di tutti i lavoratori, dirigenti compresi. Attualmente giacciono 147 milioni di euro sul Fondo e dovranno servire per garantire nuova occupazione. In un momento così delicato per il settore, l’atteggiamento stupido, incoerente e sfacciato di alcuni rappresentanti dell’esecutivo Abi corre il serio rischio di far saltare tutto per aria. C’è qualcuno, all’interno di Abi, che vuole la rottura con il sindacato e soprattutto vuole mettere in difficoltà il lavoro portato avanti fin qui con serietà dal presidente del Casl Abi, Salvatore Poloni. Il 25 ottobre ci aspettiamo risposte anche per il ripristino dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori nel settore. E, in assenza di risposte concrete, bloccheremo tutte le trattative nei gruppi, scenderemo in piazza a Milano in 40.000 e mobiliteremo la categoria con scioperi a oltranza interessando e sensibilizzando tutte le forze politiche oltre che le associazioni dei consumatori”.  Lo dichiara il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni.

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