Contratti bancari, Fabi a muso duro

“Non c’è fretta, non ce l’ha prescritto il medico di chiudere prima di Natale”. Queste le parole di Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, in una conversazione con il quotidiano Mf/Milano Finanza in merito alle trattative in Abi per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro dei bancari. Non c’è fretta per chiudere, pronti a scioperare e a bloccare le relazioni industriali nei gruppi. Le organizzazioni sindacali sono compatte”.

Sileoni non nega che mancano ancora alcuni temi da affrontare, come la parte economica, la sezione riguardante diritti e tutele e la procedura per la reintroduzione dell’articolo 18. “Siamo, invece, vicini rispetto alla nostra necessità di eliminare il livello retributivo di inserimento professionale per i giovani. Puntiamo a rafforzare l’area contrattuale sul tema delle esternalizzazioni. Puntiamo a un nuovo contratto che tuteli anche la clientela, inserendo l’accordo già sottoscritto in Abi sulla sostenibilità delle politiche commerciali del febbraio 2017″ ha tuttavia aggiunto il segretario generale.

Abi punta sulla riforma degli inquadramenti, dagli attuali 13 livelli vuole passare a 6. Ma la Fabi non è d’accordo: “Così com’è stata proposta non la prendiamo neanche in considerazione, poiché una riforma degli inquadramenti per essere economicamente e socialmente sostenibile ha bisogno di almeno un anno di lavoro. E comunque non accetteremo mai che, solo per interessi economici, si cerchi di recuperare con questa riforma quello che sarà il costo complessivo del contratto. Il tempo delle compensazioni mascherate è concluso perché le banche sono tornate agli utili, distribuiscono importanti dividendi agli azionisti e perché l’emergenza economica del settore è terminata”, dice Sileoni su uno degli aspetti al centro della trattativa per il rinnovo del contratto dei bancari.

Non manca la critica nei confronti dei vertici di Unicredit. Domanda di Mf: “C’è chi sostiene che con il web, il digitale e il nuovo contratto tramonterà l’ultimo bancario e in più, qualcuno aggiunge, che lo sportello è “vuoto””. Risposta di Sileoni: “Prendo atto che è iniziata la campagna elettorale a favore del gruppo Unicredit che presenterà il piano industriale il prossimo 3 dicembre. Me lo aspettavo, non è stata per me una sorpresa che qualcuno cerchi di creare le condizioni per far digerire un piano industriale lacrime e sangue. Dovrebbero, oltre al sindacato, anche i rappresentanti della politica sia nazionale sia nei territori avere un colpo di reni e reagire. Ma non credo che siano nelle condizioni di poterlo fare”, ha detto Sileoni sul contratto dei bancari.

 

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