Nei mesi scorsi sono circolate a cadenza ciclica indiscrezioni di possibili aggregazioni tra Mediobanca e realtà importanti del wealth management, da Azimut a Banca Generali fino a quella più recente di Fineco, puntualmente smentita (vedi notizia). Ma secondo alcuni consulenti aziendali esperti il matrimonio in questo settore che avrebbe più senso industriale per Mediobanca è quello con Banca Mediolanum. Del resto Mediobanca e la banca dei Doris sono stati soci a lungo nella private Banca Esperia e attualmente i proprietari di Banca Mediolanum sono soci di Piazzetta Cuccia col 3,7%.
Quali sarebbero i vantaggi per Mediolanum delle nozze con Mediobanca?
- La possibilità di migliore sfruttamento del mercato private, attualmente poco presidiato dalla banca dei Doris.
- L’evoluzione della piattaforma di strumenti digitali a disposizione dei clienti e dei consulenti finanziari, grazie allo sfruttamento della piattaforma di CheBanca! di Mediobanca.
- La valorizzazione della clientela imprenditori/imprese, presente in quota rilevante nella customer base di Mediolanum.
- Maggior efficacia commerciale di un modello con reti specializzate vs. “stretching” modello attuale di Mediolanum verso la clientela private.
- La valorizzazione delle fabbriche di asset management, grazie all’aumento della scala dimensionale dovuta alla fusione con le fabbriche di Mediobanca.
- Il raggiungimento di economie di scala: strutture/personale di sede; sistemi di core-banking (entrambe sono su centri servizi con cui si potrebbero rinegoziare i contratti su diversi scala di clientela); logistica; formazione; marketing e promozione.
- Il rafforzamento del management team.
E quali sarebbero i vantaggi per Mediobanca delle nozze con Mediolanum?
- L’accelerazione della crescita nel settore del wealth management, uno degli assi chiave del nuovo piano industriale di Nagel
- Una migliore caratterizzazione della rete dei consulenti di CheBanca!, che potrebbe essere focalizzata sulla clientela private in parallelo alla rete Mediolanum che sarebbe invece focalizzata sui clienti mass/affluent.
- La valorizzazione delle fabbriche di asset management, grazie all’aumento della scala dimensionale dovuta alla fusione con le fabbriche di Mediolanum.
- La possibilità di offerta dei servizi per le imprese e imprenditori alla clientela di Mediolanum.
- La possibilità di sviluppo in house di tutta la filiera di gestione dei prodotti alternativi (ad esempio i Pir, gli Eltif, il private debt, il private equity, ecc…), una delle asset class con maggiore potenziale di crescita nel medio termine.
- Il raggiungimento di economie di scala: strutture/personale di sede; sistemi di core-banking (entrambe sono su centri servizi con cui si potrebbero rinegoziare i contratti su diversi scala di clientela); logistica; formazione; marketing e promozione.
- Una stabilizzazione dell’assetto azionario dopo il blitz di Leonardo Del Vecchio arrivato al 10% del capitale..