Mediolanum-Mediobanca, nozze perfette

Nei mesi scorsi sono circolate a cadenza ciclica indiscrezioni di possibili aggregazioni tra Mediobanca e realtà importanti del wealth management, da Azimut Banca Generali fino a quella più recente di Fineco, puntualmente smentita (vedi notizia). Ma secondo alcuni consulenti aziendali esperti il matrimonio in questo settore che avrebbe più senso industriale per Mediobanca è quello con Banca Mediolanum. Del resto Mediobanca e la banca dei Doris sono stati soci a lungo nella private Banca Esperia e attualmente i proprietari di Banca Mediolanum sono soci di Piazzetta Cuccia col 3,7%.

Quali sarebbero i vantaggi per Mediolanum delle nozze con Mediobanca?

  1. La possibilità di migliore sfruttamento del mercato private, attualmente poco presidiato dalla banca dei Doris.
  2. L’evoluzione della piattaforma di strumenti digitali a disposizione dei clienti e dei consulenti finanziari, grazie allo sfruttamento della piattaforma di CheBanca! di Mediobanca.
  3. La valorizzazione della clientela imprenditori/imprese, presente in quota rilevante nella customer base di Mediolanum.
  4. Maggior efficacia commerciale di un modello con reti specializzate vs. “stretching” modello attuale di Mediolanum verso la clientela private.
  5. La valorizzazione delle fabbriche di asset management, grazie all’aumento della scala dimensionale dovuta alla fusione con le fabbriche di Mediobanca.
  6. Il raggiungimento di economie di scala: strutture/personale di sede; sistemi di core-banking (entrambe sono su centri servizi con cui si potrebbero rinegoziare i contratti su diversi scala di clientela); logistica; formazione; marketing e promozione.
  7. Il rafforzamento del management team.

E quali sarebbero i vantaggi per Mediobanca delle nozze con Mediolanum?

  1. L’accelerazione della crescita nel settore del wealth management, uno degli assi chiave del nuovo piano industriale di Nagel
  2. Una migliore caratterizzazione della rete dei consulenti di CheBanca!, che potrebbe essere focalizzata sulla clientela private in parallelo alla rete Mediolanum che sarebbe invece focalizzata sui clienti mass/affluent.
  3. La valorizzazione delle fabbriche di asset management, grazie all’aumento della scala dimensionale dovuta alla fusione con le fabbriche di Mediolanum.
  4. La possibilità di offerta dei servizi per le imprese e imprenditori alla clientela di Mediolanum.
  5. La possibilità di sviluppo in house di tutta la filiera di gestione dei prodotti alternativi (ad esempio i Pir, gli Eltif, il private debt, il private equity, ecc…), una delle asset class con maggiore potenziale di crescita nel medio termine.
  6. Il raggiungimento di economie di scala: strutture/personale di sede; sistemi di core-banking (entrambe sono su centri servizi con cui si potrebbero rinegoziare i contratti su diversi scala di clientela); logistica; formazione; marketing e promozione.
  7. Una stabilizzazione dell’assetto azionario dopo il blitz di Leonardo Del Vecchio arrivato al 10% del capitale..

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