Fineco racconta la sua Mifid 2

Sono ormai due anni che Mifid 2 è entrata nella quotidianità della vita finanziaria europea. In questi due anni di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia. “Mifid 2 ha segnato un passo importante per i distributori e i risparmiatori”, spiega Massimo Arrighi, partner A.T. Kearney, “almeno per due ragioni. La prima è il merito di aver aperto un capitolo importante nel rapporto con il cliente rispetto al principio di adeguatezza dei prodotti. Cresce infatti l’attenzione sia dei produttori che dei distributori nella costruzione di un portafoglio bilanciato tra livello di rischio del prodotto e le caratteristiche del risparmiatore. La seconda”, continua Arrighi, “è relativa alla trasparenza della rendicontazione per i clienti. Lo sforzo fatto da tutte le reti distributive per una corretta fotografia dei costi è innegabile seppure ancora con lacune e alti margini di miglioramento”. Un cammino, quello della direttiva, che non è stato sicuramente privo di ostacoli. “La Mifid 2 è entrata in vigore due anni fa”, conclude Arrighi, “con una partenza in salita che lascia ancora molta strada da fare. Certamente un prossimo passo per gli intermediari sarà quello di sviluppare documenti più focalizzati e sintetici e meno dispersivi. È vero che chi si aspettava un effetto disruptive è rimasto deluso. È altrettanto vero però che si tratta dell’inizio di un percorso virtuoso e che gli effetti saranno più evidenti nel prossimo futuro”. BLUERATING ha contattato alcune delle principali banche-reti italiane, chiedendo come Mifid 2 abbia influito sulla loro offerta. Questo è il racconto di Fineco, nelle parole di Mauro Albanese, direttore commerciale Pfa e Private Banking FinecoBank

“L’introduzione della Mifid 2 non ha influito in alcun modo sulla proposta di consulenza di Fineco, perché la trasparenza a cui la normativa stimola gli operatori è già, e da sempre, uno dei pilastri della nostra offerta. A fine luglio abbiamo inviato le rendicontazioni, tra l’altro in un formato che è stato elogiato da un’associazione di consumatori per la completezza e la semplicità di lettura. In tutti questi mesi non abbiamo ricevuto alcuna segnalazione in merito, per la semplice ragione che i clienti erano già a conoscenza dei costi dei nostri servizi. Nella nostra interpretazione, Mifid 2 è un ulteriore passaggio verso un contesto di naturale attenzione al rapporto qualità/prezzo del servizio offerto, e quindi con una sempre maggiore rilevanza del tema della trasparenza. Nel nostro caso è un aspetto che ha contribuito a cementare un rapporto di fiducia tra banca, consulente e cliente. Per questo siamo a nostro agio in questo contesto”.

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