Ancora, con il relativismo convenzionale la scelta è quella che viene approvata e sostenuta dal proprio gruppo di riferimento, mentre con il relativismo legale è quella che rispetta le leggi dello Stato. Infine, con l’approccio utilitarista la scelta migliore è quella che massimizza i benefici per il maggior numero dei portatori di interessi coinvolti, mentre con l’approccio deontologico è quella che è conforme al dovere di trattare ciascun individuo con uguale rispetto e pari dignità. L’omissione della teoria di riferimento rende il termine etica equivoco e rischiosamente inutile. È opportuno che l’etica non sia semplicemente evocata ma declinata in maniera chiara e articolata nei principi professionali che connotano l’approccio assunto quale riferimento professionale.
Consulenti, i mille volti della correttezza
In quasi tutte le liste per le prossime elezioni dei delegati Anasf viene evocato, una sola volta, il termine etica dando per scontato il suo significato. Tuttavia la correttezza eticoprofessionale del consulente finanziario dipende dalla teoria etica che si assume quale riferimento in quanto essa può essere classificata in diversi approcci che indicano, in base ai propri principi, la scelta professionale “giusta”. Per esempio, con il conseguenzialismo egocentrico la scelta giusta è quella che protegge i propri legittimi interessi; con l’approccio edonista è quella di perseguire le preferenze personali mediante scambi equi con gli altri, mentre con la prospettiva delle virtù è quella che rafforza il carattere morale.