Affare Intesa-Ubi, tutti i punti di forza per gli analisti

La buona riuscita dell’affare non è scontata, ma per gli analisti di Exane BNP Paribas il via libera all’Ops riserverebbe diversi vantaggi agli azionisti delle due banche. Li hanno elencati tutti in uno studio (“UBI’s break up: benefits for alla shareholders”), passando in rassegna la questione sia dal punto di vista degli azionisti UBI Banca sia da quello dei soci di Intesa Sanpaolo. L’analisi arriva dopo l’offerta pubblica di scambio, carta contro carta, lanciata da Intesa Sanpaolo per l’acquisizione di Ubi Banca dello scorso 17 febbraio. Nei giorni passati è arrivato il no dal Patto dei mille di Ubi Banca (rappresentativo dell’1,6% del capitale), dopo quello del Comitato Azionisti di Riferimento (18% del capitale). Una scelta che tiene formalmente in bilico l’offerta pubblica. Anche se per Exane, alla fine, l’affare si farà. 

Per gli esperti, infatti, “gli azionisti di Ubi prenderebbero un premio di acquisizione e doppi dividendi potenziali”. Nella proposta, il rapporto di scambio di 17 azioni Intesa per 10 azioni di Ubi implica un premio di acquisizione del 24% sul prezzo di chiusura del 17 febbraio. A cui va aggiunto “il raddoppio dei dividendi cumulativi nel periodo 2020-2023” e un’esposizione verso una banca con “un profittabilità migliore e un Rote di più del 10% rispetto al 7% che Ubi avrebbe rimanendo da sola. Poiché, a nostro avviso, l’offerta pubblica avrà successo, aggiorniamo lo stock a Outperform con un obiettivo di prezzo di 4,9 euro (rapporto di swap 1,7 per obiettivo di prezzo di Intesa Sanpaolo)”.

Gli analisti poi si addentrano nell’analisi anche dei possibili benefici ottenibili dagli azionisti di Intesa Sanpaolo, la banca acquirente. “Gli azionisti di Intesa Sanpaolo otterrebbero un aumento dell’utile per azione del 4-5%, vedrebbero bloccati i dividendi per il 2020 e il 2021 e rafforzerebbero le prospettive sui dividendi degli anni successivi”. Ci sono poi altri aspetti che considerano interessanti dalle parti di Exane Bnp Paribas: “Sui nostri calcoli il ROI (il ritorno sull’investimento, ndr) è comodamente superiore al 10%. Allo stesso tempo, la banca può ulteriormente fare attività di derisking senza implicazioni rilevanti per i potenziali indici di capitale. Manteniamo il nostro rating Outperform e l’obiettivo di prezzo 2,9 euro”. 

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