Coronavirus, la lettera di un consulente ai clienti

Dopo l’appello al presidente Luigi Conte, il consulente Mirco Bonaldo ha segnalato alla redazione di Bluerating una mail che ha deciso di inviare ai propri clienti in riferimento all’attuale contesto segnato dal Coronavirus. Siete d’accordo con le sue valutazioni? Fatecelo sapere nei commenti.

Lettera di un Consulente Finanziario ai Clienti – Conegliano (TV) 8 Marzo 2020

Buona sera a tutti Voi,

sono certo che gli echi del recente fenomeno, conosciuto come coronavirus, vi sono noti, perciò non mi dilungherò a parlarvene più di tanto.

Con la presente desidero unicamente fornirvi qualche elemento da considerare, stante che i media si sono buttati a capofitto sul tema, con ogni sorta di pettegolezzo, scaturente da vicissitudini legate al virus richiamato.

Overdose di informazioni! Purtroppo, spesso contrastanti. Troppi che dicono tutto e troppi coloro che sostengono il suo contrario. Sbagliati spesso anche i toni, quando inutilmente allarmistici, perché creano panico. E il panico è cattiva condizione per sviluppare consapevolezza e conseguente agire responsabile.

Io ho detto basta! Mi sono imposto di guardare solo un telegiornale serale per conoscere le news del giorno. Certamente e fino ad oggi mi sono sorbito per intero la cd. “maratona informativa”, anche perché desideravo avere un quadro complessivo più nitido su tanti fronti (salute ed economia, per capirci). Unico sistema utile per rilevare gli elementi di positività, che sussistono, credetemi, ma che – ahinoi – vengono ripetutamente sommersi dal diluvio di grida scomposte e parziali.

SALUTE.

A noi tutti è noto che la salute è al primo posto nella scala dei valori da tutelare. Tutta la popolazione lo sa; da sempre, aggiungo.

Quindi se è alla popolazione che vuoi parlare … (tu: personaggio pubblico, politico, giornalista, ecc.) parlacene con pacatezza, aiutandoci a capire che sarà solo un comportamento individuale più responsabile, verso noi stessi e nel contatto con gli altri, che aiuterà a contrastare l’epidemia, per favorire così maggior spazio alle strutture sanitarie nel gestire i casi più gravi.

Tu, ancora, devi rinunciare a riferirci – strillando – ogni “stormir di fronda” sul tema; e il calcio …, e le messe …, e in tal provincia così … , e alle Mauritius colà …, e l’assessore dice …, e il Presidente di regione nega …, e Salvini … e Renzi … e – aggiungo – e Pippo …, e Pluto … , e Topolino, ecc..

Basta, basta! Siamo adulti e molti di noi sono padri/madri di famiglia che ogni giorno si assumono le proprie “responsabilità esistenziali”! Ma lo sai o no che al mondo siamo quasi otto miliardi di persone? Tutte che hanno una storia, abitudini, valori, modi di pensare, ecc. … vuoi forse raccontarmi tutte le loro apprensioni e/o paure, che magari proprio tu, con la tua informazione martellante, hai contribuito a creargli? A che serve, se non a vendere giornali o spazi televisivi e social per tener incollate le persone a guardarti? Ah, sei un politico? Che bellissima occasione per salire sul palcoscenico e metterti in mostra, eh?

Questo modo di fare informazione io lo respingo, da sempre; lo sapete.

Accolgo, al contrario, solo quelle informazioni che sviluppano reale conoscenza.

Di quest’ultima abbiamo bisogno tutti: di conoscenza, lo ribadisco.

In casi di emergenza serve: una voce unica, autorevole, scientifica che dica con chiarezza e toni appropriati il cosa si deve o non si deve fare.

Il resto non ci interessa, perché è solo rumore mediatico confondente ed immobilizzante.

La conoscenza: ci permette di mantenere l’equilibrio; favorisce la tranquillità interiore; aiuta a comprendere le cose per quel che sono; riduce la paura dell’ignoto al solo livello di prudenza. Ed essere prudenti in questa circostanza è doveroso.

La paura non serve a niente, crea stress e, quest’ultimo, abbassa anche le nostre difese immunitarie. Il nostro corpo è una macchina molto speciale. La sua evoluzione nel corso dei millenni ci ha aiutato a superare tante difficoltà (fisiche e psichiche). Per gran parte della popolazione il miglior antidoto per il coronavirus sarà proprio il nostro sistema immunitario. Perciò salvaguardiamolo al meglio, facendo qualche passeggiata distensiva, mangiando bene e prestando attenzione anche al benessere della mente.

Il nostro cervello è formato da due parti: una emotiva ed una razionale. Entrambe contribuiscono alle nostre decisioni; ma è la prima, quella emotiva, ad essere la più veloce nel suggerirci cosa fare/decidere. È una parte antica del cervello. Da essa nascono le emozioni sia positive sia negative, come ad es. la paura. L’uomo primitivo quando sentiva il ruggito del leone scappava per mettersi in salvo. La paura – un giusto livello, intendo – non è del tutto negativa, perché ci aiuta a scansare i pericoli ancor oggi.

La parte razionale, invece, entra in azione con più lentezza. Ha bisogno di rielaborare le informazioni. Deve capire i perché delle cose; deve analizzare i pro e contro; deve fare insomma un lavoro più impegnativo d’analisi per arrivare alla sintesi/decisione.

Tuttavia, non è scontato affatto che si pervenga a “decisioni razionali” e, soprattutto, corrette, poiché le esperienze/convinzioni personali di ognuno di noi sono diverse e magari sbagliate, aggiungo. Quando errate, queste “convinzioni personali” si definiscono “distorsioni cognitive” e sono moltissime [es.: modi di dire; pregiudizi su: persone, temi o circostanze; incompetenza; proverbi popolari che diventano leggi; ingigantire o minimizzare; ecc.).

Il nostro cervello, quindi, quando mancano conoscenze profonde su un determinato tema oppure siamo sotto stress da forti incertezze (non solo coronavirus), può facilmente farci fare scelte errate: scelte emotive, appunto, e non razionali. Lo scontro che avviene all’interno del nostro cervello – tra parte emotiva e razionale – crea il disagio, l’ansia, il panico.

La soluzione per dare massima razionalità ad una scelta, necessità sempre da soddisfare per non subire conseguenze negative, è quella di consultare solo fonti attendibili, oggettive … in un termine: scientifiche. Le scienze, infatti, non fondano le proprie conclusioni su opinioni o sensazioni, bensì le fondano su dati e fatti oggettivamente dimostrabili.

Ecco spigato, in sintesi (poiché il tema sarebbe lungo), il perché esiste anche il Consulente Finanziario. Va da sé che il più bravo ed utile sarà solo quello che dimostra di saper aiutare eticamente il proprio Cliente ad attuare una “ristrutturazione cognitiva” (“modificazione di convinzioni disfunzionali più o meno consapevoli, relative al mondo esterno e a se stessi”).

Il Consulente Finanziario, quindi, come una sorta di guida che, prima, accompagna il Cliente a “discernere ciò che sembra da ciò che è”, e poi lo sostiene nel pervenire ad una o più decisioni realmente consapevoli e, sicuramente, scariche dell’emotività richiamata. Le decisioni consapevoli, infatti, hanno il grande beneficio di far conseguire immediata e profonda tranquillità. La stessa che diviene “àncora di sicurezza” nei momenti di burrasca.

Quanto sin qui espresso riassume il come io interpreto la mia professione. Attività lontanissima dalla vendita di prodotti d’investimento o servizi di gestione del risparmio. Essi, infatti, sono – tutti e solo – degli strumenti che vengono individuati e scelti con consapevolezza insieme al Cliente per raggiungere i propri obiettivi di vita/investimento; non ultimo quello del benessere interiore.

ECONOMIA, FINANZA ED ANDAMENTO MERCATI.

Dal 23 febbraio u.s. il coronavirus ha fatto capire che era anche in Italia. Oggi, studi più approfonditi, ci riferiscono che il virus circolava già da qualche settimana, forse qualche mese.

Nei giorni seguenti l’Italia, anche a causa di una comunicazione errata, s’è appiccicata (senza volerlo) l’etichetta di untore. La necessità medica di contenere il contagio ha fatto sì che venissero emesse ordinanze di blocco per i comuni del lodigiano e del basso padovano.

Queste misure inusuali hanno scatenato le derive scomposte più su richiamate. Ovviamente, tutto ciò ha riverberato immediatamente sui prezzi di borsa, creando ribassi. L’eco è rimbalzato a livello internazionale e l’incertezza diffusa ha scatenato il panico: dall’assalto ai supermercati, alla corsa alle mascherine/amuchina, alle vendite in borsa anche sui mercati esteri.

Allo stesso tempo le forti misure di contenimento adottate in Cina rimbalzavano sui media, con cadenza ora per ora. È chiaro che la situazione emergenziale ha determinato – a livello globale – un’alta incertezza che, sommata all’emotività che caratterizza l’uomo,  ha determinato forte volatilità dei prezzi nelle varie borse, facendole scendere.

Inoltre, ai timori per la salute pubblica, prioritari su qualsiasi tema, si sono poi aggiunti i timori per un fermo dell’economia.

Oggi molte aziende hanno la loro filiera produttiva e distributiva dislocate in vari stati. Rilevarne i blocchi possibili (es. non unico: le difficoltà di approvvigionamento materie prime per la produzione) ha causato ulteriore tensione, perché le aziende valgono in borsa se sono capaci di produrre utili. Temendone la contrazione, i più emotivi hanno venduto contribuendo al ribasso.

Poi ci sono gli speculatori al ribasso: coloro che vendono oggi a 10 per ricomprare domani a 8. Nella loro logica significa guadagnare il 20%. E più scendono i prezzi … più guadagnano. Questo, ve l’ho spiegato varie volte, non significa investire, bensì speculare. Ma la speculazione al ribasso puoi attuarla solo nel breve termine, poiché nel lungo i veri vincenti saranno solo gli investitori. Cioè: coloro i quali puntano sulla crescita. Pianeta terra che è destinato a crescere nei suoi consumi anche per aumento della popolazione (le stime sono di circa 10 miliardi di persone nel 2050; tutte persone che dovranno: studiare, vestirsi, viaggiare … in breve: consumare. Quindi, in prospettiva, per le aziende ci sarà molto da produrre).

Ora, va detto senza giri di parole, l’intero mondo è in stato confusionale, perché l’emotività dei più è vincente sulla razionalità dei meno, tra i quali mi ricomprendo insieme a voi che mi state leggendo. I nostri investimenti soffriranno nel breve.

Però, abbiamo dalla nostra diverse motivazioni più che valide – “scientifiche” – per tener duro, e ve ne riepilogo qualcuna:

  1. a) Chi vende riesce a farlo solo perché significa che c’è chi compra; per il secondo, infatti, è un’ottima occasione per fare investimenti a prezzi scontati.;
  2. b) Anche se l’economia subirà uno stop, questo potrà essere solo temporaneo, poiché tutta l’umanità avrà ancora bisogno di beni e servizi, e di più ne avrà se ne ha subito una “sospensione emergenziale”, come in questa circostanza;
  3. c) Tutti voi siete investitori di lungo termine ed in questo momento non avete la necessità di liquidare. Perciò la perdita sugli investimenti è in realtà solo virtuale, come virtuale lo era il guadagno sino al 23 febbraio. Solo se si vendesse otterremmo una perdita reale. Ma sarebbe preferibile non farlo!
  4. d) Quando l’emergenza coronavirus sarà passata, il sistema economico si rimetterà in moto e, gradualmente, ritroverà l’equilibrio ad oggi smarrito. La borsa, che anticipa gli accadimenti, rifletterà nei prezzi al rialzo delle azioni questo nuovo equilibrio. E più sarà stato forte il ribasso più forte sarà il rialzo di recupero. In quanto tempo accadrà? Non so dirvelo, non sono un mago indovino! Ma è plausibile che avvenga, come è avvenuto tante volte in passato dopo crisi sistemiche anche di grande portata (guerre, epidemie, crollo torri gemelle 2001, ecc.). Certamente bisognerà essere pazienti o meglio … razionali;
  5. e) I vostri risparmi e patrimoni furono investiti scegliendo tra le migliori Società d’investimento al mondo. In esse vi sono grandi competenze tecniche e quello che vi posso garantire è che saranno usate tutte per meglio tutelarvi;
  6. f) Molti di voi stanno comprando a rate. Nel ribasso si faranno sempre ottimi acquisti;
  7. g) Coloro che hanno investito i capitali in forma fissa (non rateale) sono ben diversificati: per rischio, nazione, gestore, settore, valuta. La diversificazione in strumenti diversi ci consentirà di fare, tra un po’ di tempo, delle valutazioni sull’opportunità o meno di: incrementare, riallocare o mantenere;
  8. h) In questa contingenza tutte le massime autorità governative mondiali hanno “l’attenzione alta” e forte sarà di certo la “tutela generale” che via via sarà implementata a nostra salvaguardia sia in termini di salute sia in termini economico-finanziari. In altre crisi del passato i mercati furono lasciati a se stessi ed in proprio recuperarono;
  9. i) Lavoro nella finanza da 35 anni ed ho assistito a tante crisi severe. Ricordo come fosse ieri il peggior lunedì nero: 19 ottobre 1987. L’indice della borsa americana, il Dow Jones, quel giorno registrò una perdita del 22,61 %. Il crollo risultò essere il più grave dell’intera storia economica. Il rischio di una nuova “grande depressione” fu però rapidamente scongiurato, grazie alla ripresa dei corsi avvenuta nei mesi successivi all’evento. Oggi solo gli addetti ai lavori lo ricordano;
  10. j) Più di 20 laboratori delle migliori società di ricerca scientifica mondiale stanno lavorando alla ricerca del vaccino. Quando sarò trovato e ne sarà confermata la sua validità scientifica sono certo che tutto il mondo brinderà … borse comprese.

Concludendo: in questa fase è necessario guardare le cose con grande razionalità e sano distacco emotivo, osservandole con competenza per quello che realmente sono e non per come gli altri hanno interesse a rappresentarcele o maldestramente ce le espongono.

Armiamoci di forza d’animo, pazienza e fiducia nelle Istituzioni scientifiche.

Prendiamoci cura di noi stessi e degli altri attuando le direttive governative emanate.

Per ogni necessità potrete scrivermi o telefonarmi. Io ci sarò!

Ci risentiamo ad aprile, quando ci auguriamo cessate le restrizioni ai contatti di persona, oggi previste con decreto governativo e valide anche per la mia provincia: Treviso.

Un abbraccio a tutti.

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