Doris, Giuliani e Foti: i big delle reti contro le paure di cf e clienti

Ennio Doris, Pietro Giuliani e Alessandro Foti. Tre pesi massimi del mondo delle banche reti si fanno sentire nel momento di massima tempesta sui mercati, proprio quando consulenti finanziari e risparmiatori si trovano ad affrontare la più dura delle prove con il propagarsi del panico da Coronavirus. MF Milano Finanza, nell’edizione del 7 marzo, ha interpellato le voci di questi tre tenori del risparmio gestito. Di seguito, vi proponiamo alcune delle risposte rilasciate al quotidiano finanziario.

“Le domande che riceviamo sono di due tipi”, spiega Pietro Giuliani, presidente di Azimut, “quelle prettamente emotive che riguardano il comportamento da tenere in questo momento: è ora di vendere o resistiamo? E poi ci sono le domande più razionali, non legate al contesto attuale ma a una pianificazione di medio-lungo periodo”.

Alessandro Foti, ad e dg di Fineco, invece, racconta che molti clienti chiedono di ridurre il rischio dei propri investimenti riposizionandosi su mercati e asset class considerate più sicure. Il manager però dal canto suo sottolinea: “In un momento in cui i mercati subiscono correzioni così importanti, è utile ricordare che analizzare la singola situazione caso per caso permette di individuare la direzione migliore. Ed è proprio quello che i nostri consulenti fanno ogni giorno”.

“Quale sarà la condizione di tutti noi, dei cittadini, quando il coronavirus sarà alle spalle e, come abbiamo visto prima, non sarà una questione di anni?”, si chiede Ennio Doris, fondatore e presidente di Banca Mediolanum, “Sarà la medesima condizione vissuta quando nel passato ci siamo messi alle spalle grandi paure, come ad esempio, la fine di una guerra. Sarà uno stato di euforia, di entusiasmo, di voglia di ripartire, di voglia di vivere. Faremo i viaggi rinviati, gli acquisti rimandati, ripartiranno consumi e investimenti, con enormi impulsi per lo sviluppo e la crescita economica”.

Il patron di Mediolanum, poi, invita a non cedere alla paura perché chi vende in questo momento “apparentemente sembra aver ragione, è invece contraddetto dalla storia, dai fatti. Lo stesso cliente nel 99,9% dei casi non è più rientrato nel mercato e se lo ha fatto, solo a crisi conclusa con prezzi di acquisto più alti di quando ha venduto. Bisogna invece sapere che la crisi finirà e che i mercati andranno a livelli superiori di quelli attuali”.

Ma se la decisione è investire, quali soluzioni di portafoglio possono essere le più sagge in questo momento? “Piuttosto che di tipologia di prodotti da inserire nei portafogli, parlerei di approccio all’investimento”, sottolinea Foti, “Infatti a fronte di un aumento della volatilità, il nostro suggerimento è sempre quello di attenersi a tre principi chiave: restare coerenti con un orizzonte temporale di medio-lungo termine, avere un portafoglio ben diversificato e soprattutto governare l’emotività”. Anche Giuliani ha una sua strategia ben precisa: “I portafogli, difensivi o aggressivi che siano, devono essere impostati per comprare tempo, perché in un contesto che ricordiamo essere di tassi bassi serve maggior tempo per ottenere performance. Per questo, secondo noi, è indispensabile inserire in portafoglio strumenti alternativi legati ai mercati privati, sia equity sia di credito, in grado di offrire rendimenti maggiori con un premio per la loro illiquidabilità”.

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