Reti e risparmio gestito, “Coronavirus” is the new “Fondi sostenibili”

Premessa doverosa: questo articolo non vuole fare la morale a nessuno, anzi, la finalità è diametralmente opposta. Riflettiamo piuttosto su un dato empirico: l’esplosione delle notizie relative a iniziative a sostegno dell’emergenza Coronavirus nel mondo delle reti e del risparmio gestito. Non c’è giorno, nelle ultime settimane, che sulla casella di posta della redazione non appaiano almeno un paio di comunicati più o meno così: “X dona Y a Z per l’emergenza Coronavirus, confermando il proprio sostegno e la propria vicinanza a…”. Un’ondata di comunicazioni su questo tema, che ricalca per certi versi quello che è stato il trend degli ultimi tempi riguardo al mondo Sri, dove si è fatto a gara per raccontare con più entusiasmo tutte le iniziative relative a questo segmento di offerta. Insomma, diciamocelo senza pudori, l’emergenza Coronavirus è diventata anche una questione di marketing per le società. “Faccio del bene, per far vedere che anche io faccio del bene, perché i competitor fanno del bene, dato che all’opinione pubblica piace chi fa del bene”, così come “sono sostenibile, per far vedere che anche io sono sostenibile, perché i competitor sono sostenibili, dato che all’opinione pubblica piace chi è sostenibile”.

Ciò detto, meglio levarsi di dosso i panni dei puritani. Se è vero, come ci insegna il bon ton, che la beneficenza non andrebbe urlata, è altresì poco probabile pensare di uscire da questo scenario di crisi globale a colpi di fioretto. E’ per questo che, parlo personalmente come giornalista, ritengo giusto raccontare quotidianamente queste iniziative quando mi capita, fare loro da megafono: sicuramente in tutto ciò risiede una componente di marketing, ma se il marketing offre opportunità di sostegno a chi è in difficoltà, ben venga. Se il marketing aiuta l’economia reale, evviva il marketing. Se pubblicare una notizia di questo tipo sprona altre realtà a fare altrettanto, Dio salvi il marketing. Se il marketing serve a sensibilizzare il mercato su temi sociali e morali (come anche nel caso degli investimenti sostenibili), sia lodato il marketing. Gli assoluti lasciamogli ai racconti per bambini, la vita è fatta di compromessi. E se il beneficio, come in questo caso, travolge con la sua forza l’etichetta della forma e il possibile fastidio di una pubblicità tra le righe, ce ne faremo una ragione. Per il bene nostro, per il bene comune.

“Parlare, e soprattutto scrivere, è sempre un modo di venire a patti con la mancanza di senso della vita.” Antonio Tabucchi

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