Consulenti, ricordando il 2008-2009 e pensando al 2020

Dopo che l’emergenza Coronavirus ha fatto scattare in Italia la chiusura di attività commerciali, botteghe artigiane e persino di alcuni stabilimenti industriali, ci si chiede quale impatto ci sarà nel settore finanziario e nel risparmio gestito in particolare. Assogestioni ha chiesto, e ottenuto, la continuità dell’operatività dei servizi bancari, finanziari, assicurativi e in particolare del servizio di gestione collettiva del risparmio e dei servizi d’investimento, anche per garantire la funzione di tutela del risparmio. Il timore che la pandemia possa incidere sulla raccolta del sistema del risparmio gestito è tuttavia palpabile, visto il carattere fortemente pro-ciclico di tale settore.

Il pensiero corre naturalmente alla crisi economico-finanziaria del 2007-2009: all’epoca tra calo dei mercati e deflussi il patrimonio gestito dal sistema italiano passò dai 1.179,6 miliardi toccati a fine 2006 a 1.131 miliardi nel 2007 (-4,12%) e quindi a 841,5 miliardi l’anno successivo (-25,6% sul 2007, -28,66% sul 2006), prima di risalire a 950 miliardi nel 2009 e poi a 1.007,1 miliardi l’anno successivo. La raccolta netta, in particolare, dopo essere stata stata positiva dal 2003 al 2006, ha accusato due risultati fortemente negativi nel 2007 (-79,3 miliardi) e nel 2008 (-199,9 miliardi), tali da generare un saldo negativo anche considerando i recuperi del 2009 (35 miliardi di raccolta netta positiva) e del 2010 (25,9 miliardi).

Negli otto anni 2003-2010 vennero così registrati disinvestimenti netti per 81 miliardi. Impossibile dire se uno scenario così negativo potrà ripetersi come conseguenza della pandemia di Coronavirus e in che misura, ma allora come ora il sistema italiano del risparmio gestito mostrava qualche scricchiolio rispetto a quello europeo, che solo nel 2008 accusò una raccolta netta negativa (per 354 miliardi) chiudendo il periodo 2003-2010 con un saldo positivo di oltre 2mila miliardi di euro a conferma del ruolo negativo giocato sul risparmio gestito tricolore dalla parallela crisi del sistema bancario. Di certo, per evitare l’ennesima brusca frenata della raccolta occorrerà investire sul rapporto con gli investitori retail, la cui carente cultura finanziaria resta la causa della correlazione tra raccolta e indici di mercato.

Questo articolo è pubblicato sul numero di aprile di BLUERATING. Clicca qui per leggere il magazine

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