La consulenza è fatta di carne e ossa

La consulenza finanziaria non potrà essere erogata da un sistema di intelligenza artificiale autonomo: è ciò che si può presumere dalla recente pubblicazione del “Libro bianco sull’intelligenza artificiale” della Commissione Europea che delinea, appunto, l’approccio europeo alle implicazioni etiche che l’intelligenza artificiale (AI) pone, un approccio umanistico che pone la Persona (con la P maiuscola) al centro. Dal documento si ricava che qualsiasi sistema di AI deve essere regolamentato nel caso in cui le applicazioni presentino un alto rischio. Uno dei criteri che sarà utilizzato nel classificare un sistema di AI ad alto rischio è riferito al grado di impatto degli esiti dell’applicazione sugli utenti in termini di potenziali danni materiali o immateriali. A tal proposito è evidente che un sistema di pianificazione finanziaria-economico patrimoniale basato sull’intelligenza artificiale debba essere classificato ad alto rischio in quanto le indicazioni fornite influiscono decisamente sulla vita degli utenti e dei suoi cari e, conseguentemente, sulla società nel suo complesso. Così un sistema di AI non potrà mai prestare in maniera autonoma il servizio di consulenza finanziaria in quanto soggetto alle prescrizioni giuridiche obbligatorie, tra le quali quella del controllo umano. Sarà sempre necessaria la supervisione di un consulente che dovrà farsi carico della eticità delle scelte professionali. I sistemi di AI sono destinati a essere solo un potente servomeccanismo per il consulente finanziario e dunque non lo potranno mai soppiantare.

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