Coronavirus, il consulente che ha vinto la malattia

Oggi vi vogliamo raccontare una storia, ma non una storia triste ma una con un lieto fine. Perché in questo periodo forse abbiamo più bisogno di ricevere buone notizie.

Questa è la storia di Mauro, consulente finanziario di 38 anni residente in un paese in provincia di Bergamo, intervistato da La Stampa per raccontare la sua esperienza con il “mostro invisibile”.

“I primi sintomi sono quelli dell’inappetenza, del non sentire più gli odori e i sapori, ma soprattutto pian piano, giorno per giorno, fai sempre più fatica a respirare.”

Mauro è stato ricoverato in ospedale per un mese e presentava tutti i sintomi tipici del Covid-19, ma in special modo una tosse molto forte da togliergli il fiato. “Bastava un attimo senza maschera d’ossigeno per avere la sensazione di non respirare.”

Mauro si commuove e con gli occhi quasi lucidi ammette di aver pensato che non sarebbe mai più tornato a casa. “Ad un certo ho iniziato a pensare che non sarei mai più tornato a casa, che non avrei più rivisto i miei figli, la mia famiglia, i miei genitori, i miei amici e nemmeno i miei colleghi e i miei clienti. In quel momento vedi davvero la tua vita che ti sta scappando di mano.”

Ma ad un certo punto il fisico di Mauro inizia a reagire alle terapie, inizia a non stare più sdraiato ma seduto, così anche da facilitare la respirazione e piano piano riprende le forze, inizia a mangiare e anche a livello psicologico si sente sempre più forte nel combattere questo maledetto virus.

Dopo circa due settimane di ospedale, Mauro inizia a stare meglio, gli cambiano la mascherina per l’ossigeno che diventa sempre più piccola e meno invasiva e ogni giorno non vede l’ora di incrociare lo sguardo dei medici per farli notare quanto lui stia migliorando giorno dopo giorno.

Poi Mauro esce e torna dalla sua amata famiglia. Il suo sguardo è sereno ma mostra i segni di un qualcosa che lo ha colto impreparato, come tutti noi, ma che ha imparato a conoscere e alla fine è anche riuscito a sconfiggere tornando finalmente “a respirare”.

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