Consulenti, una Nep per l’Europa unita

Vi proponiamo di seguito una lettera aperta di Manlio Marucci, presidente di Federpromm, rivolta a consulenti, agenti e a tutti gli attori del mondo economico italiano.

“Saremo condannati a non far altro che sanare piaghe”. Così si espresse  Lenin al congresso del PC nel marzo del 1921 dopo che l’armata rossa e i falchi al servizio delle autorità sovietiche con tremenda ferocia  soppressero  l’ammutinamento dei marinai e della guarnigione dei socialisti rivoluzionari di Kronstadt  che avevano contribuito con i loro ideali al successo della rivoluzione russa del 1917 per un nuovo modello di società a misura d’uomo.  Una triste e dolorosa  storia che diede vita poi a quel processo  di riforme obbligate  – vista la crisi strutturale del socialismo in un solo paese – che va sotto il nome di NEP (Nuova Politica Economica) con il ritorno al sistema  capitalistico e al libero commercio.  Una pagina amara per il socialismo, ancora aperta che forse è utile ricordare e ripercorrere per la sua similitudine  in questa fase storica e socio-politica che sta attraversando l’Europa con  tutta l’interconnessione dei rapporti di forza fra i vari paesi di appartenenza  alla stessa UE  dove passivamente stiamo assistendo come cittadini senza poter intervenire, poiché bloccati ad un soggiorno domestico  forzato  causa la pandemia derivante dal  “coronavirus”.

In  una fase di transizione –  quale  quella attuale –  in cui  le trasformazioni  del  processo di sviluppo sono  dominate da condizionamenti  derivanti da variabili spurie  (biologiche e forse chimiche), in cui i rapporti di produzione e di scambio a livello mondiale sono fortemente condizionati  da un sistema finanziario non più governabile  causa la speculazione selvaggia che ne è alla base e ne determina  a livello sovrastrutturale forti  contraddizioni  nei rapporti umani e sociali nei vari  contesti  di tutti i paesi coinvolti;  in cui le varie politiche economiche dei vari Stati  sono ideologicamente orientate su come mantenere posizioni di potere e di privilegio; in cui le varie scelte  politiche dei governi sono ideologicamente pervase da interessi  di monopolio e di dominio sulla struttura e composizione sociale degli abitanti di una comunità presi nel suo insieme; in cui i giochi al tavolo decisionale si manifestano su chi è più forte e potente, nasce l’esigenza di comprendere profondamente sia dal lato umano che  psicologico – passata la bufera del Covid 19 –  che tipo di modello di società si vuole realizzare:  ancora capitalismo di ultima generazione o transizione obbligata verso una  società di tipo socialista o di vera democrazia partecipata ?

John Adam (1735-1826) così definiva l’idea futura di società:  “Ci sono due modi per conquistare e rendere schiava una nazione. Uno è tramite la spada. L’altro è tramite il debito”  – Una locuzione quanto mai efficace nell’attuale contesto, soprattutto per  il nostro paese.  E se il debito fosse “un falso problema”!!!?   Il debito è visto di solito come il problema vero delle turbolenze dei mercati e agisce come moltiplicatore sull’economia reale ma capirne come sia nato  e come oggi sia governato poco è stato detto.  Bisogna infatti risalire – per comprenderne il fenomeno – alla Istituzione del sistema monetario, alla formazione del denaro, alle politiche che lo governano e al  modo come questo  influenza  i vari aspetti  della società.  

In proposito ci aiutano alcuni dati. In un mondo in cui l’1% della popolazione possiede il 40% della ricchezza planetaria… in un mondo in cui 34.000 bambini muoiono ogni giorno di povertà e di malattie che si possono prevenire, e dove il 50% della popolazione mondiale vive con meno di 2 dollari al giorno, una cosa è chiara alla portata di tutti: c’è qualcosa di veramente sbagliato in un sistema  così combinato. E’ stato detto:  “Il debito è l’arma usata per conquistare e rendere schiave le società e l’Interesse è la sua munizione principale”. Sul tema si sono sviluppati molti interessanti lavori ma è sufficiente ricordarne  solo uno  che ci illumina su come poi affrontare il problema  nel suo complesso e  poter  esporre  una  proposta percorribile.  

“”“Nel lontano 1913 con la costituzione della banca centrale degli Stati Uniti, la Federal Reserve, redasse un documento intitolato “Modern Money Mechanies” (La Tecnica Moderna della Moneta). Tale pubblicazione descriveva minuziosamente la procedura ufficiale per creare moneta, così come veniva usata dalla Federal Reserve e dalla rete di banche commerciali mondiali che sostiene. Nella pagina introduttiva, il documento dichiara il proprio obiettivo: «Lo scopo di questo opuscolo è di descrivere il procedimento fondamentale per creare moneta in un sistema bancario a riserva frazionaria»…… descrivendo questo ‘procedimento della riserva frazionaria’ utilizzando la varia terminologia bancaria. Un meccanismo che diede vita poi ai Titoli del Tesoro su esigenze nate dal Governo americano per stampare banconote della riserva Federale. …Una volta completato lo scambio, il Governo prende  x  miliardi di Banconote della Federal Reserve e li deposita su un conto corrente… e con questo deposito i biglietti di carta diventano ufficialmente ‘moneta a corso legale’, aggiungendo  x  miliardi di dollari alla massa monetaria. Ed ecco fatto… x  miliardi di nuova moneta sono stati creati. Naturalmente questo esempio è una semplificazione, poiché nella realtà questa transazione avviene elettronicamente, senza l’utilizzo di alcuna carta. Infatti solo il 3% della massa monetaria americana esiste in valuta fisica. L’altro 97% esiste essenzialmente solo nei computer.  Ora, i Titoli di Stato sono, di proposito, strumenti di Debito e quando la Fed acquista questi titoli con moneta che ha creato essenzialmente dal nulla, il Governo in realtà sta promettendo di restituire quei soldi alla Fed.”.  Inoltre, “La politica della riserva frazionaria perpetrata dalla Federal Reserve, che si è diffusa praticamente in tutte le maggiori banche del mondo, è in realtà un sistema adottato poi da tutti i Paesi , compresa la BCE  In  questa logica quindi  Il denaro  viene creato dal debito.   In sostanza –  il debito  –  è una nuova forma di schiavitù nella società moderna, indipendentemente dal regime politico e di governo”””– (tratto dal seguente link  (documentario ZEITGEIST:  https://youtu.be/H_oMPNYP9EM )

Nella dinamica ed evoluzione di questo processo negli anni si è arrivati alla situazione attuale in cui gli scenari internazionali hanno gettato la maschera per poter risolvere la crisi che sta colpendo tutti i paesi nello scacchiere mondiale colpiti dal “maledetto Virus 19”.   

Sull’argomento si è aperto un vivace quanto arguto  dibattito che sta coinvolgendo scuole di pensiero  di diversi orientamenti : economisti, banchieri, sociologici, politologi, governanti, scienziati, intellettuali di grido, giornalisti ed accademici, tecnici ed esperti  di comunicazione e  mkt  e  persino  la chiesa. Tutti orientati a dare spiegazioni intelligenti  e plausibili; soluzioni  ritenute  credibili  e convincenti  per  politici e governanti, ed ognuno  cerca di far prevalere la propria tesi  senza che emergesse una  “linea unitaria” che ponesse le condizioni per il superamento della pandemia e un ritorno alla normalità della vita quotidiana.

Tra i più significativi vale ricordare l’intervento di  Mario Draghi (“Se è vero che nel tempo presente e futuro i debiti pubblici devono salire in tutto il mondo e senza limiti  è però anche vero che, a fronte di questo processo incrementale, limiti possono pur sempre esserci e drammatici per l’Italia”); quello di Giulio Tremonti  (“Al posto del Global Order si sta formando un Global Disorder, e la cassetta degli attrezzi è vuota”);  la proposta di Assonime  (“ di creare un nuovo soggetto, nella forma di un fondo di investimento a capitale [prevalentemente] pubblico, che possa supportare le imprese italiane nella difficile fase di ripresa dell’economia dalla crisi del Covid-19 attraverso: Nuove iniezioni di capitale, Nuove iniezioni di liquidità, trasformabili in capitale a determinate condizioni , Un incremento della propria patrimonializzazione attraverso operazioni di debtto-equity swap “) ; quella del Copasir  sul rischio derivati (“A settembre il Paese rischia di finire a gamba all’aria. In allarme per il dossier sui crediti deteriorati, che per il Virus potrebbero superare i livelli choc della crisi finanziaria del 2008. Il Governo ha finito le cartucce a disposizione, ma il sistema creditizio va protetto dalla speculazione, altrimenti va in default tutta la baracca”);  quella di Paolo Savona (“poggiare il peso interamente sull’indebitamento nelle sue varie forme aggrava il problema storico della leva finanziaria squilibrata della nostra economia, che viene considerato un freno a un maggiore saggio di investimento produttivo”); e quella  di Stefano Fassina  (“la BCE si deve impegnare a sterilizzare tutto il debito pubblico, in assenza di tali interventi, l’unica strada per la ripresa è un divorzio amichevole per riconquistare autonomia monetaria e riavviare l’UE su basi confederali”). Non ultimo la tesi dell’ ad di Banca Intesa  Carlo Messina che sembra di capire apra uno spiraglio intelligente,pragmatico  su come intervenire (“Le aziende hanno bisogno di finanziamenti a fondo perduto. Non bastano aiuti che aumentano i debiti, che vanno restituiti. Non è accettabile pensare di fare affidamento solo alle soluzioni in discussione sui tavoli europei”).

Mi scuso per non citare tutte le fonti  e i vari interlocutori intervenuti nel dibattito, ma tra MES, OMT, BEI, SURE, CORONABOND e RECOVERY FUND si può comprendere la confusione ideologica e settoriale che regna in questo frangente per la classe politica.

Tuttavia in tutto questo fermento di idee  mi preme segnalare una proposta avanzata dall’associazione Moneta Positiva che si è fatta promotrice di un comitato per un “Piano di Salvezza Nazionale”  che raccoglie per l’integrità e spessore analitico degli argomenti trattati ampi consensi da una vasta platea di attenti osservatori. Il piano completo  si può leggere nella sua interezza a questo indirizzo. https://pianodisalvezzanazionale.it/

Nel mentre il dibattito in corso tra i paesi dell’UE non trova una linea di comportamento e di azione unitaria per mantenerne la sua identità Europea  con proposte ancora “settoriali” e spesso “contraddittorie”, sul versante d’oltre oceano, nel  frattempo,  The President Donald Trump signed a $484 billion bailout package that includes more money for small businesses. Oltre quelli  già erogati  di $ 2,3 trilioni a sostegno dell’economia.   La domanda  allora è: i  1.800 miliardi di euro stanziati dalla UE, saranno sufficienti  per far ripartire l’economia dell’intero continente  o questi aiuti saranno usati prevalentemente  dalla Germania e pochi altri a scapito di tutti gli altri, soprattutto dell’Italia ? 

Se viene meno quel processo di unità politica e non solo monetaria  tra tutti i 27 paesi dell’UE con cui affrontare tutte le riforme necessarie, in primis, quella fiscale, vi sarà  uno sfaldamento fisiologico che getterà le basi  per far esplodere tutte le contraddizioni di fondo a vantaggio delle grandi potenze mondiali (Usa,Russia,Cina,Giappone) e la stessa UE sarà una semplice appendice di colonia funzionale agli interessi  internazionali di tali paesi.    

Uno “Stato” integrato di livello europeo è auspicabile nell’interesse di tutti i cittadini dei  paesi  della UE,  se l’insegnamento  tratto dalla storia recente – come quello che diete avvio in una fase di transizione alla Nuova Politica Economica dopo la rivoluzione russa – viene considerato dall’intera classe politica ai fini di superare le divergenze esistenti  per  la ripartenza dell’economica, dell’occupazione, dei salari, dei consumi e di tutta la filiera produttiva  con il coinvolgimento diretto e partecipato di tutti i soggetti  coinvolti:  lavoratori, impiegati, dirigenti,  imprese, sindacati e forze sociali.  

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