Banca Widiba, quei bonus ai consulenti che fanno discutere

Riportiamo di seguito una lettera inviataci da Antonio Mazzone, Founder&Ceo Bancadvice.it SAS, in merito agli incentivi della rete, tema da noi trattato in passato con un articolo ad hoc.

Torna di attualità nel mondo delle reti di distribuzione finanziaria, la particolarità della rete dei CF di Widiba, prima ed unica società del settore, di fatto di proprietà pubblica. Ricordiamo, infatti che Widiba Spa è controllata al 100% da Banca MPS che a sua volta è controllata per il 68,25% del capitale sociale dal MEF. Widiba nasce a fine 2014 e MPS investì allora 14 milioni € a copertura dei costi di start up e 82 milioni di euro a titolo di capitale, parte cash e parte attraverso il conferimento del ramo d’azienda dei consulenti finanziari di Mps. Le perdite sono state crescenti: 7,7 milioni nel 2014, 11 milioni nel 2015, 12,2 milioni nel 2016 e 18,6 milioni nel 2017 .

Ma a inizio 2018 Banca Mps si è vista costretta a ricapitalizzare la controllata con ulteriori 70 milioni (con un aumento di capitale da 100 a 170 milioni), di cui una parte cospicua – quasi 54 milioni di euro – destinata al pagamento del No Ordinary Program(Nop) . Ovvero il piano di bonus triennali agli oltre 550 consulenti finanziari della banca digitale il cui pagamento sarebbe prossimo e confermato anche dall’assemblea di Banca MPS il 18 maggio u.s. Con alcuni legali specializzati aderenti al network di Bancadvice.it, stiamo valutando l’effettiva legittimità di questi bonus pattuiti nel 2014 all’atto del conferimento della rete Mps a Widiba. Si tratta infatti di denaro conferito dalla fiscalità generale e, una volta avuto conferma delle loro effettive liquidazioni, investiremo con un esposto, la Corte dei Conti per un presunto ma possibile danno erariale.

Antonio Mazzone

 

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