Reti e consulenza fee only, eliminiamo le barriere

Finito il lockdwon non potevamo farci mancare la polemica di giornata. Lo spunto stavolta è stato il reportage di una nota ed apprezzata giornalista d’inchiesta che, sui canali di un autorevolissimo quotidiano, ha puntato l’attenzione sul servizio di consulenza, utilizzando ahimè alcuni stereotipi che ritenevamo ormai superati.

Ha reagito l’Anasf che ha cercato di mettere “i puntini sulle i”, ricordando quello che almeno agli addetti ai lavori appare ovvio: l’indipendenza sta nella stessa prestazione del servizio, fatto ormai assodato e riconosciuto anche dal regolatore.

Ma la polemica, il botta e risposta, soprattutto in questo periodo, è sterile e non fa andare avanti neanche di un passo.
Bisogna invece riflettere sul perché ancora oggi vigono tanti luoghi comuni, perché autorevoli giornalisti sconoscono l’esistenza di un Albo, perché si fa tanta confusione sui termini e sulle definizioni che certamente hanno una importanza non solo formale.

Perché, in poche parole, siamo quanto a comunicazione ed a relativa percezione della qualità del servizio -e dei professionisti che a vario titolo lo svolgono- ancora al livello di dieci anni fa.

Un decennio in cui tutti si sono battuti per equiparare il campo di gioco, per dare ruolo e definitiva regolarità all’attività degli autonomi e delle società di consulenza, attraverso l’ampliamento delle sezioni di OCF, garantendo certezze al mercato ed ulteriori possibilità per i risparmiatori.

Un’offerta del servizio di consulenza quindi ampia e che tra i suoi attori annovera, non dimentichiamolo, migliaia di cf abilitati che svolgono la loro attività come dipendenti di intermediari. E’ questa la categoria che cresce di più negli ultimi anni, i dati sono facilmente rintracciabili, ed e’ quella che con tutta probabilità crescerà di più nel prossimo futuro anche per gli effetti delle nuove modalità di lavoro e di contatto con la clientela.

E non è un caso che anche le rappresentanze istituzionali si siano modificate ed ormai da tempo Assonova siede sia nell’Assemblea dei soci di OCF che nel Comitato direttivo.

Quindi un mondo vasto, variegato, che può affrontare la sfida della consulenza senza primogeniture ed evitando la corsa a chi voglia sentirsi più bello e più bravo.
Lo stesso OCF, in riuscitissime recenti campagne di comunicazione, ha posto al centro il consulente finanziario tout court, riferimento del risparmiatore nell’individuare le soluzioni per i suoi obiettivi di vita.
La ricchezza della vigente regolamentazione sta proprio nella possibilità di individuare l’interlocutore scegliendo tra modalità di offerta diverse ma non antagoniste.

Ma se questo è il quadro attuale -e se non è sufficientemente noto chiediamoci noi perché non riusciamo a comunicarlo bene- il compito degli operatori e dei loro rappresentanti e’ anche quello di cercare di fare passi in avanti.

E’ trascorso quasi un anno da quando a Torino, sul palco di una edizione dell’Efpa forum, il segretario generale di Assoreti Tofanelli si disse convinto che dovesse essere eliminato l’obbligo di separazione per le reti che vogliano svolgere il servizio di consulenza indipendente oltre quella non indipendente.
Una proposta a mio avviso intelligente e che potrebbe aprire scenari nuovi ed un deciso ampliamento delle opportunità, in primis per i risparmiatori.
Non mi pare però di avere notato particolare attenzione per questa proposta.
Forse e’ il momento di riavviare il dibattito.
Sono imminenti momenti rilevanti che impegneranno le associazioni rappresentative dei professionisti: quali migliori occasioni per alzare il livello del confronto su queste e tante altre questioni ?

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!