Il valore aggiunto per occupato, per chi lavora nelle attività finanziarie e assicurative, è stato in media di 130.075 euro (+12% rispetto al 2007, anno precedente alla grande crisi del decennio passato). Di questa categoria fanno parte a pieno titolo anche i consulenti finanziari che, a quanto emerge dai numeri dell’Osservatorio del Consiglio e della Fondazione nazionale dei Commercialisti, potrebbero essere tra i pochi liberi professionisti a essere usciti rafforzati dalla grande crisi del 2008. Il valore aggiunto per occupato è un indicatore che consente di valutare la produttività del lavoro nel sistema economico, dato un certo ammontare di beni capitali. È considerato una delle più importanti misure della produttività di un Paese ed è uno dei principali indicatori utilizzati nei modelli di crescita economica.
Il quadro generale, però, non è dei più confortanti perché, prosegue lo studio, negli ultimi dodici anni in Italia oltre 13 mila euro per occupato sono stati lasciati per strada. I liberi professionisti, in particolare, sono il comparto economico più colpito dalla crisi economica del 2008 con un calo di produttività di oltre il -20% a fronte di una media nazionale che ha perso 2.384euro con una flessione della produttività del -3,8%. Mentre nell’economia generale cresceva la disoccupazione, le fila dei liberi professionisti si ingrossavano di anno in anno fino a raggiungere nel 2019 una crescita esponenziale rispetto al 2007: +28%. Nello stesso periodo, nell’intera economia, l’occupazione complessiva aumentava appena del 2% e tra gli indipendenti diminuiva addirittura dell’11%. L’offerta di lavoro libero professionale è cresciuta a un ritmo decisamente superiore a quello della produzione determinando così un repentino crollo della produttività individuale.
Questo vale per diversi settori, che hanno avuto un crollo del valore aggiunto per occupato: dalle costruzioni (-18.9%), a quello dei trasporti (-10,4%), dai servizi di alloggio e ristorazione (-19,3%), fino alle attività professionali, scientifiche e tecniche, amministrative e servizi di supporto (-21,5%) e molti altri ancora. Si salva, come si accennava in apertura, il settore delle attività finanziarie e assicurative dove operano i consulenti. E, visto i brillanti dati di raccolta degli ultimi mesi nonostante la pandemia, non è difficile credere come questa categoria professionale possa costituire un motore per mettere a frutto il risparmio degli italiani, stimolando in questo modo la ripresa di tutto il mondo del lavoro.