Inizia con la puntata di oggi quella che sarà una rubrica in 11 episodi che vi introdurrà ai contenuti del libro “La finanza spiegata bene” del giornalista Mauro del Corno.
Il primo estratto (clicca qui per acquistare il libro completo) è parte del primo capitolo, o prima lezione, il cui tema è Il mistero del denaro. Buona lettura.
«Non c’è un uomo su un milione che capisca davvero il denaro.»
(J.M. Keynes)
Quando ci si trova nel mezzo di una profonda crisi anche le certezze più consolidate vacilla- no. Si è obbligati a riflettere sulla natura di ciò che diamo per scontato. Così è capitato duran- te la crisi finanziaria del 2008, la peggiore del dopoguerra, quando a Wall Street prese a cir- colare questo arguto indovinello: che differenza c’è tra una banconota e un pezzo di carta colorato? Risposta: l’unica differenza è che Ben Bernanke dice che c’è una differenza. Questa battuta su Bernanke, allora governa- tore della Federal Reserve (la banca centrale statunitense) è un’affermazione provocatoria eppure acuta, poiché contiene una buona dose di verità. Oggi il denaro non è più collegato a nulla di fisico e tangibile. La sua impalpabile «materia prima» è la fiducia, la convinzione che tutti siano d’accordo riguardo al fatto che con quel pezzo di carta si possano fare acquisti anche se, di per sé, non vale nulla. In passato era diverso. Fino al 1971 rimase in vigore un sistema internazionale denominato «gold stan- dard», in base a cui veniva garantita la conver- tibilità della moneta in oro: prima in modo di- retto, poi attraverso la mediazione del dollaro, con cui le altre valute stabilivano cambi quasi fissi. Una sterlina si poteva cambiare con una determinata quantità di dollari e gli Stati Uniti assicuravano che quei dollari avrebbero potuto trasformarsi in oro sonante. Almeno in teoria, chiunque avrebbe potuto recarsi presso la ban- ca centrale americana e chiedere oro in cambio delle sue banconote.
Tratto da “La finanza spiegata bene” (GueriniNext), di Mauro Del Corno.
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