Valeri (Deutsche Bank): “Dopo il Covid le banche non saranno più le stesse”

SEC Newgate, agenzia di comunicazione internazionale, in occasione del reopening di tutte le attività ha realizzato un sondaggio tra i più importanti opinion leader italiani. Flavio Valeri, Chief Country Officer di Deutsche Bank in Italia, evidenzia due macro-categorie di cambiamento nel mondo post Covid-19: utilizzo del tempo e dello spazio.

Questo il suo intervento: https://www.linkedin.com/posts/sec-relazioni-pubbliche-e-istituzionali_today4tomorrow-flavio-valeri-gli-effetti-activity-6674704590044225536-D_CA

“Il lavoro e, più precisamente, il business bancario subirà dei cambiamenti dovuti alla diffusione della pandemia. Durante il lockdown, le banche hanno operato con circa il 15% di presenza nelle sedi centrali fisiche e il 20% degli sportelli è rimasto aperto su base alternata e su appuntamento. Non si pensava che questo fosse possibile, in realtà è successo e il cliente finale ha cambiato o sta cambiando rapidamente il proprio rapporto con la banca. Il mondo bancario dovrà riorganizzarsi lavorando con i sindacati di riferimento e con i dipartimenti di risorse umane. È necessario comprendere che tipo di competenze serviranno, saranno sicuramente meno tradizionali. Le banche assumeranno laureati in Tecnologie, Data Meaning e Cybersecurity piuttosto che laureati in Scienze Economiche o Legali. La nostra sfida sarà spostare l’attenzione verso queste nuove skills, cercando prima di tutto di attrarre i neo professionisti in banca e poi cercando di rendere felici le loro carriere”.

“Come vivremo e come ci muoveremo in questo nuovo mondo? A me vengono in mente due grandi punti di vista: tempo e spazio. Il tempo è chiaramente una variabile nuova: prima del Covid eravamo sempre di corsa, avevamo tutti un po’ di affanno, mille riunioni e mille impegni in varie parti del mondo. Ora abbiamo riscoperto il valore della lettura, del guardarsi dentro e del gioire di un utilizzo del tempo gestito da noi stessi. Sicuramente, le giornate torneranno a velocizzarsi, ma dovremo ricordare questa importante lezione appresa durante il lockdown.”

“La pandemia – continua Valeri – ha ribaltato anche la concezione dello spazio: prima si parlava di uffici, case e abitazioni sempre più piccoli, senza finestre e balconi. Si andava verso un concetto di massimizzazione dello spazio e, di conseguenza, minimizzazione di quello vitale. Ovviamente, questa situazione si contrappone all’aumento della popolazione e delle mega cities. È il momento che le migliori menti architettoniche comincino a ripensare il concetto dell’utilizzo dello spazio.”

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