Consulenza, il prezzo dei cattivi consigli

Vi proponiamo di seguito il comunicato intitolato Come migliorare la consulenza finanziaria nell’UE secondo BEUC a cura di Nafop, il quale tratta del pagamento delle commissioni ai consulenti finanziari attraverso quanto emerso da alcuni articoli dell’Organizzazione Europea dei Consumatori.

L’Organizzazione Europea dei Consumatori è un’organizzazione no profit con sede a Bruxelles, il cui scopo è quello di rappresentare i suoi membri e diffondere la voce e gli interessi dei consumatori europei nei processi decisionali delle Istituzioni dell’Unione Europea.

Nella campagna The price of bad advice – “Il prezzo dei cattivi consigli”, iniziata nel 2018 e che proseguirà fino a fine 2020, sono raccolti e analizzati i maggiori scandali finanziari e le loro conseguenze sui cittadini.

All’interno degli articoli si sostiene quella che è una chiara posizione dell’associazione: i risparmiatori in Europa sono troppo spesso esposti a consulenze finanziarie “non adeguate”, con risultati devastanti per le persone coinvolte. Per assicurare che la consulenza finanziaria offerta ai clienti risponda alle loro esigenze, il pagamento delle commissioni dovrebbe essere vietato sui prodotti d’investimento e sui prodotti finanziari complessi in tutta Europa.

Citando l’articolo: “Le commissioni sono state un fattore centrale dietro a molti recenti scandali di mis-selling nella consulenza finanziaria. Il pagamento delle commissioni ai consulenti significa che:

  • I consulenti sono più incentivati a vendere prodotti, piuttosto che a offrire una consulenza adeguata al risparmiatore                                                                   
  • I prodotti sono raccomandati ai clienti non in base alla loro bontà, ma in base a quelli che generano la commissione più elevata per il consulente                                                                         
  • I consulenti finanziari sono incoraggiati a distribuire ai risparmiatori prodotti di investimento a costo più elevato, che garantiscono una commissione più elevata                   
  • I prodotti raccomandati dai consulenti finanziari potrebbero essere limitati esclusivamente a quelli che garantiscono una commissione 

Negli ultimi anni diversi governi hanno implementato divieti sul pagamento delle commissioni ai consulenti finanziari. Riconoscendo i limiti derivanti dal rendere trasparenti le commissioni all’interno dei prodotti nella lotta contro i conflitti di interesse, il Regno Unito e i Paesi Bassi le hanno vietate nel 2013. Dal momento in cui sono stati implementati questi divieti, i due governi  hanno dimostrato il profondo impatto che hanno avuto sulla raccomandazione di determinati prodotti.

In Italia, non esiste nessun tipo di divieto alle commissioni che rappresentano un metodo molto diffuso per la remunerazione dei consulenti bancari e di reti ma, dal 1° dicembre 2018, è nato il nuovo albo OCF che racchiude anche i consulenti finanziari “soggettivamente” indipendenti in due nuove sezioni: CFA – Consulenti Finanziari Autonomi (indipendenti) e SCF – Società di Consulenza Finanziaria.

Queste nuove realtà, raggruppate sotto le associazioni NAFOP (CFA) e AssoSCF (SCF), presentano tutte le caratteristiche descritte da BEUC per garantire una consulenza funzionale ai bisogni e negli interessi dei consumatori.

Soggettivamente indipendenti, slegati da banche e reti, non ricevono alcun tipo di commissione dai creatori di prodotti finanziari e anzi basano la loro attività sulla remunerazione a parcella abbattendo ogni possibile forma di conflitto d’interessi.

Qui è possibile scaricare i documenti che BEUC fornisce in allegato alla campagna europea in atto “The Price of Bad Advice”.

The price of bad avdice —> beuc-x-2018-055_the_price_of_bad_advice (1)
Il ban sulle commissioni —> beuc-x-2019-046_the_case_for_banning_commissions

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