I dubbi del consulente su Btp Futura

Nella prima giornata di avvio delle sottoscrizioni, il nuovo Btp Futura, il titolo di Stato riservato ai piccoli risparmiatori ed emesso per dare una smossa al Paese dopo il Covid, ha totalizzato 2,37 miliardi di euro. Il collocamento terminerà il 10 luglio, salvo chiusura anticipata, con le prime 3 giornate comunque garantite per la sottoscrizione.

L’attenzione su questa emissione rimane molto alta e la speranza del Tesoro sembrerebbe quella di bissare il successo dell’ultimo Btp Italia, il titolo legato all’andamento dell’inflazione del nostro Paese, che a fine maggio ha raccolto una cifra record di oltre 22 miliardi di euro, 14 dei quali sono arrivati dai piccoli risparmiatori.

Tutto molto bello, sembra. Ma qualcuno inizia ad avere dei dubbi.

Su Econopoly, blog del Sole 24 Ore, viene riportato un post scritto da Costantino Forgione, consulente finanziario di Fineco, il quale sembra non vedere particolarmente di buon occhio il nuovo Titolo di Stato.

“L’attuale politica di governo volta ad accrescere la quota di debito detenuta dalle famiglie italiane è facilitata dalla limitata cultura finanziaria di queste ultime e dalla incapacità di valutare correttamente i rischi derivanti da una maggiore esposizione nei confronti del paese in cui si risiede ed in cui si è già estremamente esposti.” afferma Forgione.

Avevamo già raccontato di come la cultura finanziaria degli italiani sia tra le peggiori al mondo (Consulenti, i vostri clienti hanno problemi di analfabetismo), e questo può rappresentare un rischio per i cittadini, che per esempio potrebbero non essere così consapevoli dei rischi a cui sono esposti nel momento in cui decidono di investire nei titoli di stato italiani.

Un’altra questione riguarda i rendimenti. “Il BTp decennale standard rende attualmente l’1,26%, le cedole del BTp Futura renderanno l’1,28%, una differenza irrilevante” sottolinea il consulente che aggiunge “Al rendimento cedolare si aggiungerà una sorta di premio fedeltà legato all’andamento del PIL è compreso tra 1% e 3% , laddove il 3% sarà pagato nell’ipotesi che il PIL italiano aumenti mediamente nella stessa misura per i prossimi 10 anni”. A questo punto Forgione fa una riflessione sull’andamento storico del Debito e del PIL italiano e mostra le sue perplessità in merito alla possibilità di quest’ultimo di “aumentare improvvisamente dallo 0,8% medio annuo dell’ultima decade al 3% nella prossima […] ed è quindi improbabile che il premio fedeltà ammonti al 3%, riducendosi verosimilmente all’1% minimo garantito, un 0,1% annuo che porterebbe il rendimento finale all’1,38%” sostiene.

A questo calcolo si aggancia poi anche il tema della ritenuta fiscale e dell’imposta di bolli, che cominciano ad avere un impatto importante sui rendimenti netti. Morale della favola? Un possibile rendimento inferiore a quello del BTp standard.

Per non parlare del fatto che la durata decennale del titolo lo rende molto sensibile ai movimenti dei tassi di interesse.

In poche parole il consiglio del consulente finanziario è evidente: meglio evitare il BTp Futura. E sottolinea che se “la vostra banca ve lo proponesse sappiate che le commissioni previste per l’intermediario sono dello 0,75%“. Forse un consiglio non del tutto disinteressato.

 

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