Banca Generali e Financial Times, molto clamore per nulla

Li hanno già ribattezzati Mafia Bond e sono crediti cartolarizzati, emessi da alcune imprese legate alla malavita organizzata, acquistati sul mercato da investitori istituzionali. Ne ha dato notizia il Financial Times citando tra i sottoscrittori anche Banca Generali. Su questo tema è intervenuto con una nota Gian Luca Ferrrari, analista di Mediobanca che segue a Piazza Affari il titolo della società guidata da Gian Maria Mossa. Ferrari ritiene che la vicenda abbia suscitato un clamore ben superiore alle sue dimensioni e, pur avendo un rating neutrale sulle azioni di Banca Generali,  pensa che i ribassi di oggi in Borsa  (-2,2% in mattinata) possano rappresentare un’opportunità di acquisto.

L’analista di Mediobanca evidenzia che i crediti finiti al centro dello scandalo erano legati a debiti del Servizio Sanitario Nazionale verso imprese sotto inchiesta, che sono già stati rimborsati e avevano un importo modesto, inferiore a un milione di euro dentro una tranche complessiva di 37 milioni. La stessa nota di Ferrari evidenzia che il business di Banca Generali in questo campo è ben più ampio: i titoli frutto di cartolarizzazioni venduti ai clienti negli ultimi anni valgono infatti oltre 1 miliardo di euro, di cui 600 milioni sono legati  ai debiti del Servizio Sanitario Nazionale.

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