Kairos in chiaroscuro

Il buon 2019 dei mercati finanziari non ha lasciato tracce apparenti nei conti di Kairos Investment Management (Kim) controllata dalla banca svizzera Julius Baer, presieduta da Yves Robert-Charrue e guidata dall’amministratore delegato Fabrizio Rindi, nell’anno in cui il fondatore Paolo Basilico ha lasciato il gruppo.

Il solo esercizio ordinario, infatti, si è chiuso con un utile di 27,1 milioni di euro, destinato tutto a riserva, dimezzato dai 55,4 milioni dell’anno prima. Ciò è frutto delle minori cedole pagate dalle controllate: 24,7 milioni da Kairos Partners sgr (che nel 2018 aveva erogato quasi 44 milioni), 4,8 milioni da Kairos Investment Management Bv (che controlla l’inglese Kairos Investment Management Ltd da cui era arrivata una cedola di 13,6 milioni) e soli 314mila euro dalla svizzera Kairos Asset Management Sa che sarà liquidata e che nel 2018 aveva dato un dividendo di 1,3 milioni.

Tutt’altra fotografia emerge dal bilancio consolidato chiuso con un utile di circa 28 milioni, in lieve progresso dai 27,2 milioni del 2018 e questo nonostante le masse totale in gestione siano diminuite anno su anno da 10,1 a 6,8 miliardi per via dell’uscita di alcuni banker. La componente reddituale maggiormente rilevante sono state le commissioni di gestione in lieve calo da 117,2 a 115,7 milioni mentre anche le spese amministrative si sono contratte da 62,5 a 58,8 milioni. La relazione sulla gestione sottolinea però che pur se l’inizio del 2020 ha visto l’uscita dal gruppo di un importante banker che porterà ad alcuni deflussi di masse in gestione, Kairos vuole reclutare nuovi gestori.

 

 

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