Intesa-Ubi, gli ultimi ribelli del no

Il Cda di Ubi Banca dice ancora no a Intesa Sanpaolo, anche dopo il rilancio in contanti pari a 0,57 euro per azione e un controvalore complessivo di 652 milioni di euro. Per i vertici dell’istituto lombardo, infatti, l’offerta di Ca’ de Sass sottovaluta ancora il valore del gruppo. Mancano ormai pochi giorni alla scadenza (il 28 luglio) del periodo di adesione all’offerta pubblica di scambio mossa da Intesa Sanpaolo sulle azioni di Ubi. Come riporta Il Sole 24 Ore, con i dati aggiornati a giovedì sera le adesioni complessive hanno raggiunto quota 26,4%.

Al momento, Intesa offre 1,7 azioni di nuova emissione in cambio di un’azione di Ubi, più una ricompensa cash. Il premio complessivo, quindi, sale al 44,7%. Un’offerta che ha portato in dote il sì di alcuni soci di peso come Fondazione Crc (5,9%), Banca del Monte di Lombardia (3,9%), di Cattolica (1%) e del patto dei soci bresciani (8%). Quello dei pattisti bergamaschi, invece, ha lasciato libertà di coscienza ai suoi aderenti. Nei prossimi giorni potrebbero arrivare altre adesioni. L’efficacia dell’offerta è subordinata al raggiungimento di almeno il 50% più un’azione di Ubi. Entro martedì, il mercato saprà il destino del più grande tentativo italiano di aggregazione bancaria  dei tempi recenti.

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