IWBank, uno sguardo al futuro

Dario Di Muro, direttore generale di IWBank Private Investments, ha vissuto il primo semestre dell’anno con un’agenda fitta di impegni. L’Italia e il mondo intero hanno appena trascorso mesi complicati, durante i quali milioni di persone sono rimaste chiuse in casa per evitare i contagi del nuovo

Coronavirus e far fronte a un’emergenza sanitaria senza precedenti, almeno dal secondo dopoguerra in poi. Eppure, anche in questo lockdown forzato che ha cambiato le abitudini di molti nostri connazionali, la banca guidata da Di Muro non si è mai fermata. Con la sua rete di consulenti finanziari ha continuato l’attività di raccolta e di reclutamento, ingaggiando sul mercato anche qualche “asso” come Massimo Giacomelli, professionista di lungo corso della financial advisory. Inoltre, con il suo ben noto ambito trading, che l’ha accompagnata fin dalle origini e che oggi è sotto la responsabilità di Alessandro Forconi, IWBank ha continuato a offrire servizi di negoziazione sui mercati, registrando anche un’impennata dei volumi di scambio, complice l’aumento della volatilità sui listini di borsa. “L’Italia ha attraversato e sta attraversando un periodo difficilissimo”, dice Di Muro, “tuttavia, con orgoglio, voglio sottolineare la resilienza dimostrata proprio in questi mesi da IWBank”.

Di chi è il merito, dottor Di Muro?
Direi che i fattori principali che hanno contribuito ai risultati sono due: la disponibilità di una squadra di prim’ordine e la qualità del nostro modello di business. Partiamo da quest’ultimo fattore: quali sono, a suo avviso, i suoi punti di forza? Il nostro modello di business diversificato, in cui la storica piattaforma di trading si affianca a una rete di consulenti finanziari in crescita, ci permette di affrontare con forza gli improvvisi cambiamenti di scenario. Di fronte ai bruschi movimenti di mercato come quelli avvenuti nel marzo scorso, le attività di trading hanno registrato un boom di negoziazioni compensando l’impatto che, in determinate giornate, una forte volatilità può avere sull’attività di una rete di consulenti finanziari come la nostra, con una estesa presenza sul territorio. Non a caso, negli Stati Uniti c’è stata di recente una importantissima operazione finanziaria che testimonia la bontà del nostro modello di business.

Si riferisce all’acquisizione di E-Trade da parte di Morgan Stanley?
Esattamente. Morgan Stanley è un colosso di dimensioni globali ma non dimentichiamoci che negli Stati Uniti si avvale anche di una rete composta da migliaia e migliaia di consulenti. Con l’acquisizione di E-Trade ha voluto appunto diversificare ulteriormente la propria attività in un’area, quella del trading online, complementare alla financial advisory. Tornando a IWBank, comunque, oltre al modello di business c’è ben altro: come dicevo prima, c’è anche una squadra di prim’ordine che sta crescendo.

Parliamone allora…
IWBank può contare su manager come Alessandro Forconi, responsabile dell’area Trading e Mercati che guida un team di 20 persone che operano nel trading online da molti anni. Ma vorrei citare anche il lavoro prezioso di Francesco Santoni da poco nominato responsabile dell’Area Commerciale e quello di altri professionisti di lungo corso come Paolo Isidoro, responsabile Area Sviluppo Rete. a seconda delle loro esigenze. In futuro credo che questi due modelli, uno basato sul canale digitale e l’altro sul contatto umano, si combineranno tra loro. È un po’ la stessa cosa che avverrà con lo smart working. Il lavoro flessibile e a distanza non sostituirà quello in ufficio ma lo renderà più agevole, trovando un punto di equilibrio.

IWBank, con il suo assetto attuale, ha appena tagliato il traguardo dei 5 anni di vita: come saranno i prossimi?
Direi che questi 5 anni ci sono serviti tutti per amalgamarci e darci la struttura attuale, basata appunto su due pilastri: l’offerta di servizi avanzati per il trading e la consulenza finanziaria, che contiene al suo interno anche una forte componente di wealth management per la clientela appartenente alla fascia alta. Ora vogliamo continuare nel nostro sviluppo, con un modello di architettura aperta basato sull’offerta dei prodotti delle migliori case di gestione. Procederemo inoltre con la consapevolezza che vi è una forte richiesta di light banking, un modello di banca con un’offerta di servizi ampia e con costi contenuti, che utilizza piattaforme più semplici e immediate, capaci di attrarre nuovi segmenti di clientela emergenti come quella giovanile e, al contempo, di rappresentare un punto di approdo lavorativo anche per professionisti in arrivo da altre reti o dal mondo bancario. Vorrei sottolineare però un aspetto importante: nel giocare questo ruolo ci ha aiutato molto essere parte di un gruppo bancario solido con la sua forza patrimoniale e una distribuzione capillare degli sportelli su tutto il territorio.

 

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