Consulenti, emergenza Matusalemme

Andando ad analizzare i dati dell’Albo unico dei consulenti finanziari, presentati nell’ultima relazione dell’Organismo, con particolare riferimento ai consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede, i risultati del 2019 presentano elementi di continuità rispetto ai trend del 2018 con l’intensificazione e il consolidamento di alcuni andamenti. Gli iscritti alla sezione dell’Albo alla fine dell’anno risultano in ulteriore diminuzione.

Nello specifico, gli iscritti sono pari a 53.299 con una riduzione rispetto al 2018 del 3,7%. Rallenta ancora, inoltre, l’attivazione di nuovi mandati con un decremento di circa il 32%. Rimane invece relativamente stabile la presenza del genere femminile, con una flessione complessiva rispetto al 2018 più contenuta di quella dei consulenti finanziari uomini. L’interesse delle donne verso la professione è in ogni caso confermato anche lo scorso anno, tenuto conto che il 32,8% delle domande di iscrizione alle sessioni di prove valutative è pervenuto da candidate donne. Esse, però, rappresentano ad oggi poco più di un quinto degli iscritti, a dimostrazione del fatto che ancora molto deve essere fatto. Moltissimo, invece, dev’essere fatto per una professione che non attira più i giovani. Con i numeri del 2019, infatti, la popolazione della sezione dell’Albo si assesta intorno al livello raggiunto nel 2014.

Dal punto di vista qualitativo tale risultato può ritenersi espressione di diversi fattori. Da un lato il processo di consolidamento della categoria, già in atto negli anni precedenti come peraltro l’opera di razionalizzazione portata avanti dagli intermediari, è proseguito anche lo scorso anno. Dall’altro lato, il maggiore interesse degli istituti di credito verso il collocamento di prodotti e servizi tramite l’offerta fuori sede osservato negli ultimi anni, fermo restando un approccio distributivo multicanale, appare in ulteriore rallentamento. In particolare, il fenomeno si è registrato nel settore a partire dal 2013 con un aumento progressivo dei rapporti aperti dai soggetti abilitati con i consulenti finanziari dipendenti, che hanno superato i consulenti finanziari agenti. Tale andamento, dopo i picchi raggiunti nel biennio 2014- 2015, ha tuttavia assunto in termini assoluti dimensioni sempre più contenute. La maggioranza dei nuovi mandati, pari a circa il 56%, si riferisce infatti a consulenti finanziari agenti. I provvedimenti d’iscrizione all’Albo, pari a 1.456, sono diminuiti rispetto ai 2.185 deliberati nel 2018, con un saldo negativo finale rispetto alle cancellazioni. Permane inoltre il tendenziale invecchiamento della popolazione, dal momento che le uscite dall’Albo non sono sufficientemente compensate dall’ingresso di giovani consulenti finanziari, con un aumento progressivo dell’età media. Rispetto ai giovani under 30, la percentuale di iscritti nella fascia indicata è nell’ultimo quinquennio stabilmente sotto il 2%. Al contrario, aumentano i consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede over 50, che costituiscono circa il 59,1% di tutta la popolazione. I consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede hanno superato l’età media di 51 anni, l’88,7% dei consulenti ha un’età superiore ai 40 anni, il 59,1% supera i 50 anni e il 6,4% ha oltre 65 anni. Come attirare le giovani generazioni? Tutta l’industria deve interrogarsi su questa che è già un’emergenza.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!