Consulenti, si fa presto a dire ripartenza

Qui di seguito l’ultimo articolo di Luca Spoldi scritto per il numero di agosto del mensile Bluerating.

Si fa presto a dire “ripartenza”, ma come affrontare l’impatto che la pandemia di Covid-19 lascerà sul settore del wealth e asset management in Italia? Anche nel nostro paese le stime di crescita del Pil, dei consumi privati e della produzione industriale sono state tagliate e nonostante le misure straordinarie prese dal governo per sostenere i consumi e fornire liquidità ad aziende e famiglia, le previsioni restano tutto meno che rosee e l’autunno rischia di essere particolarmente “caldo” e carico di problemi. La Commissione Ue, per esempio, teme che il nostro Paese possa registrare quest’anno un calo del Pil dell’11,2% (il peggiore in assoluto) e una ripresa del 6,1% nel 2021, contro un calo a livello di Eurozona dell’8,7% (dell’8,3% per l’intera Ue) e un recupero del 6,1% (5,8% a livello Ue). Le inevitabili ripercussioni che impatteranno il settore del risparmio gestito, sottolinea Kpmg in un recente report, si sommano a cambiamenti strutturali già osservati negli ultimi anni come l’evoluzione della normativa e l’ingresso sul mercato di nuovi operatori digitali. Si tratterà dunque di “un ulteriore, difficile, banco di prova per la stabilità del settore” che comporterà “importanti implicazioni a medio termine” di cui gli intermediari dovranno tener conto. Per quanto riguarda in particolare la gestione del rischio, occorrerà conciliare la flessibilità concessa dalle autorità di regolamentazione con la tutela degli investitori, rafforzando i meccanismi di controllo interni. La volatilità dei mercati richiederà anche una revisione del risk-management.

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