Discorso di Draghi, i tre consigli validi anche per le banche-reti

Ricostruire il capitale umano, investire sui giovani e attenzione alle spese improduttive. Questi sono alcuni dei pilastri per la ricostruzione italiana nel post-covid secondo l’ex numero uno della Bce, Mario Draghi, intervenuto martedì con un lungo e interessante discorso al meeting di Comunione e Liberazione di Rimini. Certi spunti hanno una grande valenza per il governo dell’Italia, ma anche per il mondo delle banche-reti e della consulenza finanziaria.

“Occorre ricostruire il capitale umano, investire massicciamente in educazione e formazione”, ha detto Draghi. Tante volte, del resto, si è parlato dell’importanza della preparazione dei consulenti finanziari, in un contesto che diventa ogni anno più complesso. La consulenza è migliore se ha le spalle coperte dalla competenza. Draghi, con la sua frase, fa inoltre cogliere l’importanza del capitale umano, del contributo di ognuno, delle persone, anche laddove alcune reti cercano di mettere da parte i piccoli portafoglisti. Del resto, in mezzo a tanta incertezza, ha detto Draghi, “bisogna ripartire dall’etica”.

La stessa etica, e qui veniamo al secondo punto, che dovrebbe spingere le banche-reti a puntare di più sui giovani per stimolare il ricambio generazionale della professione. Una scelta magari poco remunerativa in termini di masse (nel breve periodo), ma nel lungo termine assai interessante: soprattutto se si considera la capacità, tipica dei più giovani, di usare la tecnologia per raggiungere le persone e, potenzialmente, nuovi clienti.

Terzo consiglio, ma non meno importante, crescere attraverso investimenti produttivi: come quelli nella tecnologia, utili a fornire il giusto armamentario del consulente per accrescere la raccolta e produrre soluzioni più vicine ai bisogni del cliente.

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