Consulenti e basta, troppi nomi creano confusione

Vi proponiamo di seguito un commento inviatoci settimana scorsa da un nostro lettore relativo all’articolo Consulente-terapista, per Martini (Azimut) questo è il futuro.
Coach, consulente patrimoniale, esperto in Passaggio Generazionale e successorio, ed ora Terapista? Capisco, e condivido la necessità di aprire la mente. Ma vi sembra così banale semplicemente Consulente Finanziario? Non comprendo questa corsa a cercare nuovi nomi a definire una professione, se non quella di creare confusione nei clienti. E, a pensar male, a creare competenze rapidamente per giustificare poi le commissioni della Consulenza visto che i margini sui prodotti di investimento si vanno riducendo, e questo però è un po’ come mettere fiocchetti colorati in una scatola chiusa. Si dovrebbe pagare solo per il contenuto di quella scatola, non credete? Ed il contenuto (I mercati) non sono neanche cari. Certo poi occorre un Consulente Finanziario che faccia un’Asset Allocation strategica, e questa si che va pagata. Ma i fiocchetti colorati? 
Due ultime considerazioni:
1)a pensar male non si sbaglia
2)è da ingenui pensare che le competenze si possano acquisire senza una base culturale adeguata di livello universitario e senza specifici percorsi di Studio.

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