Truffe: dopo i diamanti, arriva il “Diamante”

E dopo oltre tre anni e mezzo, durante l’estate di questo istrionico anno, l’inchiesta sulla maxi truffa da 2 miliardi inerente alla vendita di diamanti a prezzi gonfiati attraverso le banche da parte dei broker Intermarket Diamond Business e Diamond Private Investment si è finalmente conclusa. Ma sembra che i diamanti riescano ancora a mietere vittime.

Ne giorni scorsi infatti, la Guardia di Finanza di Civita Castellana nel viterbese, ha concluso nei giorni scorsi l’operazione “Diamante”, diretta dalla Procura della Repubblica di Viterbo e originata dalla denuncia di alcuni privati nei confronti di una sedicente società d’investimento, con base a Monterosi, che prometteva facili guadagni per i propri clienti.

Come riporta una nota della Guardia di Finanza, “le indagini avrebbero fatto emergere un disegno fraudolento ideato dai rappresentanti legali di una società procacciatrice di affari i quali, coadiuvati da un soggetto già noto alle cronache per essere specializzato in analoghe frodi finanziarie internazionali, si sarebbero appropriati di ingenti somme reimpiegando il denaro sottratto in attività immobiliari e beni di lusso. Nello specifico, le vittime venivano indotte a investire delle generose somme di denaro associandosi in un’operazione finanziaria, garantita da una polizza fideiussoria, che prometteva ingenti guadagni derivanti da investimenti in metalli preziosi e diamanti”.

“La truffa – prosegue la nota delle fiamme gialle – era stata congegnata in modo che, alla scadenza del periodo di investimento, alle decine di clienti coinvolti non venissero elargiti gli interessi promessi e, nel contempo, le fideiussioni non potessero essere escusse in quanto false”.

Come riportano alcuni giornali locali, durante l’operazione sono state effettuate numerose perquisizioni locali su tutto il territorio nazionale e accertamenti anche di natura finanziaria e tecnica. In totale sono state denunciate dieci persone, a vario titolo, con le accuse di truffa, ricettazione, riciclaggio, autoriciclaggio, appropriazione indebita e falso materiale. La finanza ha inoltre sequestrato un immobile del valore di circa 300mila euro ed è stata avanzata la proposta di sequestro di somme per oltre 2 milioni di euro.

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