Era stato già il primo trimestre 2020 a dircelo: il mondo dell’advisory italiano ha tenuto duro durante il lockdown, macinando raccolta e regalando, nel caso delle reti quotate, bilanci positivi. Un trend che si è confermato anche nei successivi tre mesi dell’anno: oltre 10 miliardi di afflussi per il sistema solo tra aprile e giugno, per un primo semestre 2020 che è stato capace di portare in dote oltre 22,4 miliardi di euro di afflussi netti positivi. Un dato impressionante, specie se si pensa che è superiore del 30% rispetto a quello del periodo corrispondente del 2019 (17,1 miliardi), con inoltre una maggiore quota in proporzione di gestito (65% contro 59%). I consulenti finanziari hanno quindi ancora una volta ribadito il loro ruolo di riferimento per i risparmiatori nei periodi di crisi e a confermare questa riflessione ci pensano i bilanci dei cinque big del settore. Ecco una panoramica sui conti di ogni società, suddivise in ordine alfabetico.
Azimut
“I primi sei mesi dell’anno sono stati condizionati dall’emergenza sanitaria che ha colpito il mondo intero di fronte alla quale il gruppo ha però saputo reagire prontamente e a più livelli riuscendo, anche in un contesto profondamente incerto, a conseguire solidi risultati. La performance media ponderata netta dal 2019 è infatti ritornata ampiamente in territorio positivo e si attesta ad oggi vicino al +4%. Nel semestre abbiamo anche rispettato tutti gli impegni presi con gli azionisti, al contrario di quasi tutte le realtà finanziarie italiane, distribuendo un dividendo pari ad 1 euro per azione (per un cash out complessivo di 137 milioni di euro) e completando buyback per 44 milioni di euro. Con l’utile del primo semestre siamo in linea per centrare l’obbiettivo di raggiungere 300 milioni di euro di utile netto nel 2020 che ci eravamo prefissati ad inizio anno” ha affermato Pietro Giuliani, presidente di Azimut, a margine della presentazione di un bilancio semestrale che ha mostrato 476 milioni di euro di ricavi consolidati, corredati da 143 milioni di euro di utile netto. Il totale delle masse gestite a fine giugno 2020 ha raggiunto i 42,9 miliardi, con la raccolta netta nei primi sei mesi dell’anno che è stata di circa 1,8 miliardi, di cui oltre il 50% dal business italiano e il rimanente dall’estero.
Fideuram ISPB
Il gruppo Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking ha regalato numeri di bilancio tutto sommato positivi, considerato il contesto economico avverso. A spiccare è il dato della raccolta netta, che ha registrato un saldo di 6 miliardi di euro, in significativa crescita (+32%) rispetto al primo semestre del 2019 (4,5 miliardi). L’utile netto consolidato è risultato pari a 419 milioni, in contenuta flessione (-8%) rispetto al primo semestre del 2019, principalmente a seguito di un aumento delle rettifiche di valore nette su crediti e delle imposte sul reddito. Alla fine di giugno 2020 le masse amministrate erano pari a 239,3 miliardi, in marginale flessione (-1%) rispetto al 31 dicembre 2019 (242,7 miliardi), ma in crescita di oltre 10 miliardi (+4%) rispetto a quelle al 30 giugno 2019 (229,2 miliardi). “Nel primo semestre del 2020”, ha dichiarato Tommaso Corcos, amministratore delegato e direttore generale del gruppo, “abbiamo attraversato un’emergenza sanitaria e una fase di incertezza economica senza precedenti, che hanno influito sulle scelte di investimento della clientela. Pur operando in un contesto complesso, la nostra divisione ha registrato una forte tenuta delle componenti core del conto economico, che evidenzia ricavi stabili e attenzione ai costi, a cui si è aggiunta una straordinaria raccolta netta”. L’amministratore delegato si è poi complimentato con i suoi consulenti: “I 5.800 private banker delle nostre reti, i manager ed i dipendenti di sede e delle società controllate, grazie all’impegno che li contraddistingue, sono stati in grado, in questa prima metà dell’anno, di restare vicini ai clienti, individuandone le necessità, per accompagnarli verso scelte informate d’investimento”.
FinecoBank
Il semestre sorride anche a FinecoBank, autrice di una vera e propria prova di forza nella prima parte del 2020. La società ha chiuso il periodo con un utile netto in crescita del 30,1% a 181 milioni di euro “grazie al modello di business diversificato”, mentre i ricavi sono ammontati a 407 milioni, mostrando una crescita del 25,8% rispetto ai 323,5 milioni dello stesso periodo dell’esercizio precedente. Nel primo semestre 2020 la raccolta è stata pari a 4,7 miliardi (+42,4% su base annua), con l’asset mix che si è mostrato positivamente orientato verso il risparmio gestito, pari a 1,6 miliardi nel semestre (+13,1% in un anno). Il totale dei financial asset al 30 giugno 2020 si è quindi attestato a 82,6 miliardi, in crescita dell’8,9% rispetto a giugno 2019, per la gioia della squadra guidata dall’amministratore delegato e direttore generale Alessandro Foti, che ha così commentato i sopracitati numeri: “Gli eccellenti risultati registrati da Fineco nella prima metà dell’anno confermano la capacità della banca di crescere in ogni fase di mercato. In un contesto estremamente complicato, tutte le aree di business hanno registrato risultati positivi sfruttando la spinta alla digitalizzazione in atto nel paese”.
Banca Generali
Lungo questo cammino virtuoso del settore ritroviamo anche Banca Generali: la rete guidata dall’amministratore delegato e direttore generale Gian Maria Mossa ha portato a casa un utile netto di 131,9 milioni di euro e un margine di intermediazione aumentato del 10,8% a 302,2 milioni di euro, grazie alla crescita del margine finanziario (50,8 milioni, +28,2%) e delle commissioni ricorrenti nette (178,2 milioni, +9,8%). Sempre nel primo semestre del 2020 la raccolta netta è stata pari a 2,8 miliardi di euro, in linea con lo scorso anno nonostante le misure di lockdown e di distanziamento sociale successivamente in essere, con il management della banca che ha comunque confermato le linee strategiche precedentemente delineate e i principali obiettivi 2021. “Siamo molto orgogliosi del risultato del semestre per le dinamiche di crescita commerciale e qualità dei ricavi che hanno confermato il trend di diversificazione degli attivi. In un momento straordinariamente difficile per le incertezze prima sanitarie e poi economiche, i nostri banker hanno saputo dimostrare le proprie competenze e il valore della professionalità registrando i migliori dati di crescita di raccolta da struttura esistente per la banca. Rilevante il contributo di tutti i colleghi che hanno garantito in ogni momento la piena operatività e hanno portato avanti con dedizione i progetti strategici della banca” ha dichiarato con soddisfazione l’amministratore delegato Mossa.
Banca Mediolanum
Ultima in ordine alfabetico, ma non per qualità dei risultati è Banca Mediolanum. Per la realtà guidata dall’amministratore delegato Massimo Doris i numeri parlano di un utile netto di 150,5 milioni di euro, in diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2019 (171,3 milioni), ma con il semestre che ha visto la tenuta del margine operativo, pari a 193,2 milioni contro i 196,2 dello scorso anno, e la crescita del margine di contribuzione, passato da 512,3 a 518,6 milioni. La raccolta netta totale è stata positiva per oltre 5 miliardi (2 miliardi nel primo semestre 2019), mentre la raccolta netta gestita è di poco sopra i 2 miliardi, in forte crescita rispetto allo scorso anno (1,2 miliardi). Il totale delle masse gestite e amministrate ha superato quindi gli 85 miliardi, maggiore del 6% rispetto al 30 giugno 2019 e dell’1% rispetto alla fine del 2019. “I risultati”, è il commento del gruppo di Basiglio nella nota ufficiale, “denotano la consolidata stabilità del business ricorrente e il forte successo delle iniziative commerciali portate avanti nel corso dell’anno sia per quanto riguarda la gestione del risparmio sia per l’erogazione del credito alla clientela e i premi legati alle polizze protezione”. Tutti questi numeri portano ancora una volta alla lettura di copione che si ripete anche in questo semestre: l’advisory italiana non delude. Per un film che continuiamo a riguardare, ma che sembra non stancare mai gli spettatori.