Truffe, l’archistar Antonio Citterio beffato dal bancario

Il noto designer e architetto Antonio Citterio è stato vittima di una truffa dalla cospicua cifra di 4, 5 milioni di euro, messa a segno attraverso assegni falsi e finte carte prepagate dalla segretaria del suo studio e da un bancario.

Dal 2013 al 2018, approfittando della delega ad operare sui conti correnti dello studio, la collaboratrice di Citterio, Licia Azzurrina Scagliotti, avrebbe incassato indebitamente l’ingente somma attraverso l’aiuto di un (ex) funzionario della banca Bpm, Simone Facchinetti, il quale è riuscito a tenere completamente nascosto tutto il meccanismo. Almeno fino al momento in cui alcuni funzionari di banca Bpm hanno allertato il designer milanese che avevano notato che qualcosa non quadrava, ovvero che la firma su alcuni assegni e documenti bancari a suo nome non corrispondeva alla sua. A quel punto Citterio ha subito sporto denuncia.

Da quanto emerso dalle indagini tale meccanismo truffaldino sarebbe stato replicato per ben 234 volte nel corso degli anni e il denaro rubato sarebbe stato utilizzato dalla segretaria in parte per ristrutturare una ristorante a Chiavari, in Liguria, e in parte speso nel gioco d’azzardo. L’ex funzionario di banca ha dirottato invece i soldi su conti familiari.

I militari del comando provinciale della Gdf stanno eseguendo la misura dell’obbligo di dimora nei confronti del dipendente dell’istituto di credito e un sequestro preventivo per equivalente dello stesso importo intascato illecitamente.  I reati contestati sono truffa aggravata, autoriciclaggio, evasione fiscale e indebito utilizzo e falsificazione di carte di credito.

 

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