Consulenza e smart working, i big delle reti dicono la loro

Smart working, evoluzione moderna del cosiddetto “telelavoro”. Un termine che gioco forza è salito alla ribalta dopo l’esplodere dell’emergenza Coronavirus. Si va da chi lo esalta con totale devozione, rinnegando l’ormai vetusto ufficio, a chi storce il naso a priori dietro al totem del valore dei contatti umani negli spazi fisici. Infine troviamo chi, più ragionevolmente, lo considera con spirito critico; una posizione, quest’ultima, che per fortuna è stata abbracciata del mondo delle reti di consulenza finanziaria, sebbene anche all’interno del settore non siano mancate le simpatie dichiarate verso uno dei due modelli lavorativi.

Se infatti il motto condiviso è quello di integrare operatività in presenza e da remoto, c’è chi, come Banca Mediolanum, aveva già deciso ad agosto un piano di rientro al lavoro a settembre per il 40% dei dipendenti della sede di Basiglio, dopo avere avere tenuto in smart working per circa 6 mesi l’86% dell’organico (circa 1900 persone). Un approccio che potrebbe sembrare in contrasto con le recenti dichiarazioni su LinkedIn di uno dei protagonisti dei big del mercato, cioè Paolo Martini, ad di Azimut, per il quale “Il lookdown ha dimostrato che l’ufficio è un concetto ormai superato”. Anche se, come abbiamo ribadito in precedenza, non si può prescindere da un modello ibrido “I bravi consulenti finanziari vivono da sempre l’ufficio come un luogo di appoggio dove si incontrano alcuni clienti e si scambiano idee e opinioni con azienda, manager e colleghi. Ma il lavoro del consulente finanziario non ha uno spazio fisico predefinito” conclude Martini. Una riflessione sul tema a cui si aggancia bene anche quella dell’ad e dg di Fineco, Alessandro Foti: “Questa emergenza ha reso evidente che c’è la possibilità di lavorare in maniera eccellente anche senza essere all’interno sede dell’impresa. Per questo daremo la possibilità ai dipendenti di operare con la massima frequenza anche a distanza, garantendo per esempio la presenza soltanto per qualche giorno a settimana. Due cose importanti vanno sottolineate: in primo luogo, tale scelta deve essere facoltativa, poiché non è affatto escluso che vi siano diversi dipendenti che preferiscono lavorare nelle forme più tradizionali; in secondo luogo, non è ipotizzabile un lavoro dei dipendenti completamente da remoto, senza che vi siano occasioni di incontro e confronto tra colleghi”.

Per cercare di capire ulteriormente come questa tematica venga interpretata dal mondo dell’advisory italiano, BLUERATING ha contattato ulteriori autorevoli protagonisti del mercato come CheBanca!, Copernico Sim e Widiba. A riprova della bontà della tesi, una chiosa dai rimandi danteschi emerge con chiarezza: fatti non foste a vivere di solo ufficio, ma per seguire virtute e flessibilità.

Nicola Viscanti, Responsabile della rete dei consulenti finanziari di Widiba

La pandemia del coronavirus ha mutato profondamente le abitudini di lavoro e le modalità di contatto e commerciali, ma per Banca Widiba, che è nata con una forte connotazione digitale, gli impatti di questa inattesa situazione non hanno prodotto grandi stravolgimenti. I consulenti hanno mantenuto l’efficacia della relazione a distanza, dando il supporto necessario ai clienti per affrontare con l’atteggiamento più corretto le turbolenze e l’indeterminatezza dei mercati. In questo contesto e con le incognite legate a situazioni imprevedibili, abbiamo perciò deciso di investire fortemente su due driver: la gestione della relazione, focalizzandoci ancor di più su tutte le modalità di comunicazione con la clientela che avvengono attraverso il web, e il lavoro in team dove vengono esaltate le specializzazioni di ognuno per mettere a disposizione dei clienti un servizio di advisory “globale” che abbraccia tutta la sfera dei bisogni. Uffici fisici e digitali devono per noi convivere e questa interazione non può che produrre risultati ancora più qualificati e soddisfacenti. E’ questo il futuro che immaginiamo e questo futuro per noi è già realtà.

Duccio Marconi, direttore centrale consulenti finanziari di CheBanca!

La rete dei consulenti finanziari CheBanca! è nata tre anni fa all’interno di una realtà che da sempre si contraddistingue per l’approccio multicanale e per la forte spinta sull’innovazione: per questo anche nel periodo di lockdown siamo stati subito in grado di garantire continuità nel servizio ai clienti. I nostri processi e la tecnologia di supporto consentono ai consulenti di poter gestire tutta l’operatività da remoto: da quella di base come l’apertura del conto, alle operazioni più complesse, come la consulenza, la gestione e l’accettazione delle proposte d’investimento siglate in modalità digitale e paperless grazie alla firma elettronica e alla piattaforma di web e mobile collaboration.
Per la gestione patrimoniale in particolare, soprattutto nel nostro paese dove abbiamo un’educazione finanziaria piuttosto contenuta, il fattore relazionale si confermerà fondamentale per la scelta dell’interlocutore con cui condividere decisioni delicate riguardanti risparmi e finanze personali/aziendali. Cambieranno invece modalità e strumenti di interazione che saranno sempre più innovativi come le dirette video, i web seminar, e le registrazioni video che i consulenti invieranno periodicamente ai propri clienti.

Gianluca Scelzo, consigliere delegato di Copernico Sim

Nel nostro modello di business, basato principalmente sull’offerta fuori sede, le modifiche sono state estremamente limitate. I nostri consulenti finanziari hanno potuto lavorare tramite remoto (pc, tablet o telefono) direttamente in connessione con i clienti. Le nostre operatività digitali hanno altresì permesso di continuare a operare a distanza anche durante la fase di lock down. Non abbiamo notato disservizi o rallentamenti, anzi è stata un’occasione molto utile per organizzare eventi a distanza tramite conference call. Siamo convinti che in futuro, se si dovesse verificare un altro lock down, la digitalizzazione ed il lavoro in smart working ci permetterebbero di continuare ad operare con ottimi risultati. Il nostro modello di business quindi non ha subito battute d’arresto e, nonostante il periodo, ci ha permesso di continuare a crescere nella stessa misura e forse anche di più rispetto agli anni precedenti.

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