Intesa Sanpaolo, il nuovo modo di fare banca dopo il Covid

Ogni giorno che passa ci accorgiamo sempre di più di come la nostra vita, a causa dell’emergenza epidemiologica, stia cambiando e assumendo nello stesso tempo nuovi contorni, seppur ancora non così chiari e definiti.

Lo stesso discorso vale anche per il mondo economico e finanziario, che negli ultimi mesi sta cercando di trovare delle alternative efficaci ai metodi tradizionali, così detti.

A questo proposito riportiamo alcune dichiarazioni riportate di Stefano Barrese, responsabile della divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, estrapolate da un’intervista a cura del sito web Firstonline.info.

“Con la pandemia e il conseguente lockdown è stata necessaria una riorganizzazione importante del modo di lavorare di tutto il Gruppo e delle sue persone. Questo per garantire la continuità di un servizio fondamentale come quello bancario e la massima sicurezza per tutti i nostri colleghi e i clienti. L’attenzione alle persone per noi è centrale ed è un tratto distintivo di Intesa Sanpaolo. Nell’arco di pochi mesi siamo passati da 14mila persone che già usufruivano del lavoro flessibile (dicembre 2019) a 40mila in smart working con la creazione in tempi rapidissimi di una task force di 1.400 persone impegnate a gestire tutte le richieste. L’esperienza degli ultimi mesi conferma una tendenza generale che è quella di andare avanti con lo smart working che deve essere ben coordinato con un graduale ritorno alla presenza nei luoghi di lavoro da parte del personale. Al momento stiamo riflettendo rispetto a spazi, tempi e organizzazione del lavoro – tenendo conto dell’evoluzione della crisi pandemica. Posso aggiungere che il nostro Gruppo non si è trovato impreparato dal punto di vista tecnologico e organizzativo. Per questo motivo, nonostante la situazione di emergenza e le condizioni oggettivamente difficili, siamo riusciti a gestire una mole di lavoro superiore rispetto ai flussi ordinari”.

Nello stesso tempo anche i comportamenti della clientela nei confronti della banca si sono modificati e Intesa Sanpaolo non ha perso tempo: “Il lockdown ha cambiato in profondità il comportamento della clientela ed è per questo che abbiamo imparato a conoscere e sfruttare al meglio la varietà di strumenti tecnologici a disposizione come l’App e l’home banking. Vanno in questa direzione gli investimenti che stiamo facendo da anni nella multicanalità che si sono rivelati ancora più preziosi durante il lockdown, perché ci hanno consentito di garantire la nostra vicinanza, senza obbligare le persone a recarsi in filiale. Questo non significa che le filiali spariranno, ma l’integrazione fra reti fisiche e digitali sarà sempre più stretta e i nostri professionisti dovranno imparare a dialogare con entrambe. La filiale resterà il luogo dell’interazione in cui creare saldi legami con la clientela, instaurando rapporti di fiducia per guidarla anche nelle scelte finanziarie complesse”.

La parola d’ordine quindi è integrazione: integrazione tra metodi tradizionali e nuovi metodi, tra fintech e reti fisiche, tra sviluppo digitale ed esperienza umana.

 

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