Consulenti, c’era una volta Programma Italia (la “rete mamma” di B. Mediolanum)

Il logo con un sole raggiante, la data, il nome e il cognome del destinatario, l’oggetto dell’attività : procacciatore d’affari, per il collocamento sul mercato delle iniziative finanziarie patrimoniali mobiliari e immobiliari della società. Era fatta così  la lettera d’incarico di Programma Italia, rete di promotori finanziari pioniera, che ruotava attorno alla galassia del gruppo Fininvest e che poi sarebbe diventata l’odierna Banca Mediolanum. A ricordarne le origini su LinkedIn è Franco Bulgarini (nella foto a destra), che ha da poco festeggiato 35 anni di carriera postando sui social network proprio la lettera d’incarico con cui Programma Italia lo “reclutò” nel lontano 1985 (vedi foto sotto), con in calce la firma dell’amministratore delegato, Ennio Doris. “Ai tempi ero un 25enne alle prime esperienze di lavoro nel mondo finanziario”, dice Bulgarini, riminese, proveniente da una famiglia titolare di un’attività nel comprato turistico. Come molti suoi concittadini, anche lui sembrava destinato a una carriera proprio in quel settore.

Poi il cambio di rotta in un periodo in cui la vendita fuori sede di servizi e prodotti finanziari o assicurativi era veramente un fiume in piena, un business che nel nostro Paese aveva di fronte a sé una prateria da conquistare. Bulgarini ricorda per esempio quando in soli tre mesi riuscì a fatturare ben 30 milioni delle vecchie lire, una cifra che ai tempi era davvero da capogiro, soprattutto per un giovane. “In Programma Italia sono rimasto circa 5 anni”, aggiunge il professionista riminese, che poi ha avuto una lunga carriera in altre reti. Oggi, porta avanti la sua attività di consulenza aziendale e di formazione finanziaria attraverso due realtà: Skema (di cui è partner) e 9dots (di cui è presidente). Ma il ricordo dei tempi in Programma Italia è ancora nitido: il mondo era diverso, l’economia italiana cresceva a ritmi sostenuti, c’era ancora il muro di Berlino e i tassi d’interesse nel nostro Paese erano a due cifre, rendendo assai remunerativi gli investimenti nel reddito fisso. I consulenti si chiamavano promotori o procacciatori d’affari e non avevano certo lo status che hanno oggi. Ma erano di sicuro pieni di entusiasmo.7

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