Consulenti, la vessazione dello smart working

Vi proponiamo di seguito una riflessione inviataci da un nostro lettore consulente in merito all’articolo Deutsche Bank: lo strategist che vuole tassare gli smart worker.

Il dipendente lavorando da casa dovrà far fronte ai costi fissi di struttura necessari alla svolgimento delle proprie mansioni e di norma a carico del datore di lavoro: un luogo fisico, una stanza sottratta per ore ogni giorno all’uso della propria famiglia, a proprio carico l’energia elettrica, il riscaldamento e la pulizia di quel luogo. In molti casi anche il computer per poter lavorare. Perderà ovviamente il diritto ai buoni pasto. Svincolato nel suo lavoro da un luogo fisico comune e dai rapporti diretti con i colleghi vedrà il suo legame con il datore di lavoro passare esclusivamente attraverso uno strumento elettronico, finendo in una posizione di sempre maggior precarietà perché ben più facile diventerà delocalizzare il lavoro trasferendo all’estero quel computer o quel tablet.
Il datore di lavoro al contrario potrà tagliare notevolmente i costi fissi con riflessi positivi sul conto economico.
I sindacati ovviamente dormono di fronte a queste trasformazioni del mondo del lavoro ottenute anche grazie alla strumentalizzazione della paura diffusa dalla pandemia in atto.
E ora viene fuori questa bella anima fresca di Deutsche Bank che vuole anche tassare i tapini che devono lavorare da casa?
Complimenti…

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