Banche, arriva la cura Gualtieri

Il governo punta ad ammorbidire la definizione di default, incrementando la soglia percentuale oltre la quale un prestito viene considerato deteriorato. Lo si evince dall’intervento fatto ieri in Senato dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Durante l’audizione si è richiesta inoltre una maggiore flessibilità da parte della Vigilanza Bce sulle richieste alle banche, più spazio per le bad bank nazionali e si è ribadita l’impossibilità di porre modifiche al calendar proviosioning, almeno nel breve termine.

Ma facciamo un passo alla volta.

Secondo quanto riportato da Milano Finanza, le nuove regole che entreranno in vigore dal prossimo gennaio prevedono che la riclassificazione del credito scaduto scatterà quando un debitore non ripagherà per 90 giorni un ammontare pari all’1% del finanziamento totale (in precedenza fissato al 5%) e di almeno 100 euro per le esposizioni al dettaglio e di 500 per le altre. Affinché il credito venga contabilizzato come scaduto, entrambe le condizioni devono verificarsi.

Per quanto riguarda la maggiore flessibilità auspicata da parte della Vigilanza Bce in merito alle richieste di capitale e sulle azioni nei confronti delle banche con molti deteriorati, il ministro ha ribadito di aver chiesto ripetutamente ai tavoli europei che anche nel prossimo anno le esposizioni coperte da moratoria non cambino classificazione, dato che si tratterebbe anche di prestiti per oltre 300 miliardi. “Motivo di specifica preoccupazione è il termine delle moratorie, che è suscettibile di determinare un aumento delle esposizioni di inadempienze probabili, con il rischio di una significativa distruzione di valore”.  Per questo motivo “il governo – sottolinea Gualtieri – ha presentato una proposta di proroga nella Legge di Bilancio”.

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