Bugie e reclutatori, la confessione del piccolo portafoglista

Su Bluerating abbiamo lanciato nei giorni scorsi il tema delle false promesse che alcuni reclutatori (non tutti) fanno in sede di colloquio con bancari e consulenti per convincerli a entrare in una rete. Vi avevamo riportato il contenuto di uno sfogo su Linkedin del manager di un’importante rete di consulenti finanziari (leggi qui) e chiesto di inviarci le vostre esperienze negative (o positive, se ne avete riscontrate). Con piacere abbiamo constatato che i nostri lettori hanno raccolto l’appello e vi riportiamo la storia di un consulente piccolo portafoglista che ha preferito rimanere anonimo.

Ricordiamo a tutti che è ancora possibile partecipare inviando la vostra storia a [email protected].

Ecco il contenuto della lettera che abbiamo ricevuto:

Sono stato reclutato parecchi anni fa. Provenendo da una piccola banca, ho fatto presente l’esiguità del mio portafoglio e mi sono state date rassicurazioni sul fatto che l’organico della città era molto datato e che con i pensionamenti mi sarebbe stata riassegnata clientela, ovviamente pagando il giusto corrispettivo.

Negli anni molti promotori sono andati in pensione, ma i clienti sono stati sempre riassegnati ai soliti grandi portafoglisti. Anzi, a me viene detto che con il passare del tempo, la crescita del portafoglio medio, la MiFID 2 e il calo delle retrocessioni, l’azienda potrebbe mandarmi a casa.

Ecco, questo sono i seri reclutatori che per 10.000 euro di premio rovinano le persone.

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