Da bancario a consulente: l’esitazione è già una scelta

Un recente post su LinkedIn a firma Antonio Mazzone, recruiter di consulenti finanziari, è stato incentrato su un tema piuttosto spesso discusso e di attualità: il passaggio da bancario a consulente. Ve lo proponiamo di seguito, ma voi cosa ne pensate? Raccontateci la vostra esperienza nei commenti o scrivendoci a [email protected].

Alcuni giorni addietro, un importante private banker dipendente di un noto istituto, mi ha scritto in chat:

” Antonio ciao, come stai? Hai perfettamente ragione ma questi articoli (si riferisce ai miei ultimi post, ndr) sono un po angoscianti, specchio del paese e delle sue mentalità. Parlami di qualcos’altro, ogni tanto, per diversificare e abbassare il Var ( ansia) 😄 un abbraccio”.

Ecco l’atteggiamento , classico, di un professionista che ha compreso la gravità della situazione, ma è spaventato dalla sua apparente complessità. E si rifugia nell’attesa. Esita.

Ma come scrisse lo scrittore e poeta polacco Stanislaw Jerzy Lec “esitare è già prendere una decisione” (ringrazio Alessandro Beggio per la citazione).

Spesso però per il bancario si rivela quella sbagliata.

E come faccio per farglielo comprendere?
Lo invito ad essere sincero fino in fondo, per una volta con se stesso, e rispondermi a questa domanda: ” ma tu, riesci a dormire tranquillo la notte”, o meglio” dimmi cosa ti preoccupa, cosa ti angoscia che ti fa dormire poco e male”.

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