Azimut, il piano di battaglia per i prossimi anni

C’è tanta carne al fuoco in casa Azimut. Il presidentissimo Pietro Giuliani intende crescere ancora negli anni a venire e, attraverso la rubrica del Sole 24 Ore “Lettera al risparmiatore” del 27 dicembre, il gruppo del risparmio gestito ha riassunto i suoi programmi.

Già da tempo è nota la strategia di Azimut riguardo agli asset alternativi, considerati una via interessante verso il rendimento in un mondo contraddistinto da volatilità e tassi rasoterra. E se, da una parte, il gruppo rimane focalizzato su prodotti tradizionali quali, ad esempio, fondi azionari e assicurativi, dall’altro non è da oggi che punta sugli asset alternativi. Tanto che al 30 novembre scorso gli Asset under management (Aum) negli alternativi erano 2 miliardi di euro, raggiungendo così l’obiettivo previsto per fine 2020. Per il 2024, comunque, il target da raggiungere è di almeno 10 miliardi di masse che, in linea di massima, dovrebbero corrispondere ad almeno il 15% di tutto l’Aum.

Un altro fronte, scrive sempre il Sole 24 Ore, è legato all’innovazione di prodotto: nel 2021, infatti, è previsto il lancio di un fondo obbligazionario multi strategy che, nel sottostante, potrà contenere asset legati al direct lending. E se l’Italia continuerà ad avere un ruolo da protagonista nello sviluppo, anche l’estero darà il suo contributo, in particolare gli Stati Uniti attraverso la società specializzata in private market, Kennedy Lewis. Proprio dall’estero, sempre con orizzonte 2024, l’obiettivo del gruppo è di avere intorno al 35% delle masse (obiettivo peraltro già raggiunto).

Le masse sono cresciute grazie al contributo delle acquisizioni. L’espansione per linee esterne ha costituito, da un lato, la leva per sbarcare in nuovi mercati e, dall’altro, il meccanismo attraverso cui concretizzare una prima fase di consolidamento nei Paesi dove il gruppo era presente. Una strategia che, probabilmente, proseguirà anche negli anni a venire, tuttavia lo shopping diverrà più opportunistico, vale a dire che verranno colte eventuali occasioni laddove si presenteranno senza dover acquisire per forza.

Per l’anno che si sta per concludere, infine, il gruppo ha confermato una previsione di almeno 300 milioni di utile netto e una raccolta in linea con il 2019 a quota 4,6 miliardi.

 

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