Consulente, cosa il tuo cliente NON deve sapere per continuare a investire

Otto von Bismarck “Meno le persone sanno di come vengono fatte le salsicce e le leggi e meglio dormono la notte”. L’aforisma dell’abile politico prussiano si presta a numerose riflessioni e purtroppo rimane una massima presente nel corso della storia, a dimostrazione del fatto che a livello cerebrale l’uomo del 2020 non è dissimile dai predecessori vissuti 100.000 anni fa e che le interazioni sociali nei secoli abbiano assunto nuove denominazioni, ma non nuove forme.

Salsicce – Se le persone conoscessero come si svolge il processo di allevamento intensivo in qualsiasi nazione cambierebbero alimentazione, probabilmente non solo per motivi etici, ma per i rischi sanitari ai quali sanno che andrebbero incontro con il consumo di carne. Fin dall’inizio dell’allevamento gli animali trasmisero malattie agli uomini. I bovini morbillo, vaiolo, tubercolosi, i maiali influenza e pertosse. Il covid non ha rappresentato un cigno nero. La diffusione all’uomo di nuove tipologie di virus, a causa del mancato rispetto di regole sanitarie di base e della riduzione degli investimenti in medicinali, era un rischio segnalato da molti anni da esperti di diversi settori.

Leggi – Il processo legislativo assume caratteristiche differenti in ogni paese. Riferendoci unicamente alla prassi statunitense, rileviamo il parere unanime, presente ormai da decenni, che le leggi vengano approvate, abrogate, modificate o comunque interpretate o fatte realmente rispettare, per soddisfare gli interessi dei grandi finanziatori delle campagne elettorali.

Democrazia USA – Il perseguimento dell’aforisma di Bismarck porta al consolidamento di forme di autoritarismo a livello politico, economico e sociale. Negli Stati Uniti la facoltà concessa a poche centinaia di individui di indirizzare l’agenda nazionale, avvenuta in maniera ogni anno crescente dall’elezione di Reagan, non ha supportato il raggiungimento di obiettivi di sviluppo tecnologico, tutela dell’ambiente o equità sociale, ma favorito una ridistribuzione del reddito e della ricchezza senza pari nel corso della storia moderna.

I misteri dell’azionarioAnalizzando le principali variazioni giornaliere dell’indice Dow Jones dal 1888 al 2012 Jeremy Siegel ha osservato come solo 2 delle 10 maggiori oscillazioni possano essere spiegate da nuovi eventi, mentre dal 1940 solo in 4 giorni la causa del marcato movimento è stata chiaramente identificata. Se nel 2019 avessimo chiesto a gestori, strategist, uomini d’affari, politici, economisti, studenti di economia, di storia, di filosofia o di fisica quale sarebbe potuto essere l’andamento dell’azionario nel 2020, anno caratterizzato dalla più grande recessione dal 1943, dall’inasprirsi delle relazioni tra stati sovrani, dall’ulteriore espansione di debiti pubblici ormai fuori controllo, da banche centrali che stanno operando ai limiti dei rispettivi mandati ammettendo chiaramente di non cogliere tutte le dinamiche dell’attuale contesto economico e finanziario, ed infine valutazioni di molteplici asset finanziari ai massimi storici, solo per citare alcuni aspetti, la risposta avrebbe indicato in maniera unanime un crollo dei mercati.

Il tuo cane può valere 1 miliardoMichael Lewis ha ben illustrato come possano avvenire in alcuni casi i processi di valutazione degli asset. “Tu hai un cane e io ho un gatto. Siamo d’accordo che entrambi valgano un miliardo di dollari. Mi vendi il tuo cane per un miliardo e io ti vendo il mio gatto per un miliardo”, prima di cederli a terzi per una cifra analoga e magari nel mentre ottenere liquidità a fronte del collaterale (cane o gatto che sia) valorizzato a seguito di una transazione legalmente conclusa tra operatori qualificati. Se diffuse tra diversi intermediari le distorsioni di questo approccio ben spiegano come talvolta i multipli possano risultare non allineati ai fondamentali e come la finanza si trovi slegata dall’economia reale. Coloro i quali ritenessero eccessivamente enfatizzata la spiegazione di Lewis potrebbero riflette su come attualmente un produttore di circa 500.000 auto l’anno, ovvero meno del 50% di quanto pianificato nel 2016 per il 2020, abbia una capitalizzazione di mercato decisamente superiore alla somma di tutti gli altri grandi costruttori mondiali, che nel 2020 hanno venduto 50 milioni di auto e dispongono già di modelli elettrici altamente competitivi per prezzo e prestazioni.

Il produttore sopra citato è Tesla, alla chiusura di venerdì 8 gennaio l’azione ha un PE di “1.682”, ovvero “milleseicentoottantadue”, scritto anche in lettere per chi ipotizzasse un errore, e una capitalizzazione di 834 miliardi di dollari, al quinto posto tra le aziende USA dopo Apple, Microsoft, Amazon ed Alphabet. Nel complesso il settore dell’auto non è ritenuto in crescita e la diffusione dei servizi di condivisione si presume ridurrà fortemente la percentuale di veicoli per abitante. Inoltre in nessuna nazione, età e fascia di reddito le autovetture rappresentano per i consumatori un elemento distintivo come in passato.

AlgoritmiLe distorsioni del processo valutativo trovano piena applicazione nelle strategie passive basate su algoritmi, alimentate in prevalenza da dati macroeconomici fuorvianti. Come chiarisce Maurizio Novelli, Portfolio Manager del Lemanik Global Strategy Fund, “l’intelligenza artificiale non si fa molte domande sui dati macro che vengono recentemente pubblicati dal governo” statunitense. Ad esempio “le retail sales”, scrive Novelli nella sua newsletter mensile, “sono indicate in forte espansione (+5,8% su base annua vs il 3,5% del 2019) mentre si assiste ad un aumento della disoccupazione, un calo significativo del consumer confidence, un aumento della propensione al risparmio e una contrazione del credito al consumo. Ma andando in profondità nell’analisi si scopre che il governo americano ha modificato il calcolo dell’effetto di destagionalizzazione. Nella realtà i consumi calcolati dal real consumer spending sono giù di circa il 3,5%”. La disoccupazione negli Stati Uniti, che non conteggia più i disoccupati per motivi temporanei, rappresenta un’ulteriore anomalia rilevante tra la percezione positiva generata dai dati macro così costruiti, in grado di dare ordini di acquisto agli algoritmi, e la desolante realtà economica del paese. Jim Cramer, celebre opinionista della Cnbc, commentando l’andamento positivo dell’azionario, nonostante i recenti disordini di Capitol Hill, ha sottolineato che le macchine non vedono quello che accade, né pensano, loro solo inseriscono ordini, al rialzo.

ComplessitàLo sbaglio di ritenere che i numerosi eventi negativi avrebbero causato un calo risiede nell’aver considerato i mercati finanziari, nel continuo, dei sistemi complessi, non ipotizzando che nel breve e medio termine potessero assumere le caratteristiche di strumenti di mera valutazione degli asset di una ristrettissima minoranza di persone (in primis governi, banche centrali e top 0,1% di UHNWI), con interessi tra loro convergenti, sebbene in contrasto con la crescita economica mondiale, perpetrando quindi errori di valutazione, in numerosi segmenti, talmente palesi da non trovare riscontri storici neanche nelle precedenti bolle.

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