Risparmiatori, sonni tranquilli se c’è l’advisor

Consob ha pubblicato la terza edizione del progetto di ricerca lanciato nel 2017, inizialmente quale Addendum al Rapporto sulle scelte d’investimento delle famiglie italiane e poi divenuto un’indagine autonoma. La ricerca dal titolo “La relazione consulentecliente. Indagine mirroring su sostenibilità e investimenti”1, avviata nel secondo semestre del 2019, è a cura dell’Ufficio Studi Economici della Consob, del Dipartimento di Economia Aziendale dell’Università Roma Tre e della Bologna Business School. Questa tipologia di indagine si distingue per essere condotta su due campioni paralleli e strettamente collegati: un panel di consulenti finanziari (215) abilitati all’offerta fuori sede e i loro rispettivi clienti (617), rappresentativi comunque degli universi di riferimento (rispettivamente, 23.152 professionisti e circa 4,4 milioni di clienti, secondo i dati Assoreti riferiti a giugno 2019).

Il mirroring favorisce dunque il raggiungimento dell’obiettivo prefissato: analizzare la relazione consulentecliente per comprenderne le dinamiche al fine di individuare eventuali distonie informative e conoscitive e identificare aree di miglioramento nella consapevolezza e nella qualità del dialogo tra le parti. Innovando rispetto alle edizioni precedenti, l’attuale indagine esplora l’impatto dell’integrazione dei cosiddetti fattori Esg (Environment, social, governance) nell’attività di consulenza finanziaria e, quindi, sulle scelte di investimento delle famiglie. L’analisi muove dal presupposto che il consulente finanziario iscritto all’Albo dell’Ocf (Organismo di vigilanza e tenuta dell’Albo unico dei Consulenti Finanziari) possa svolgere un ruolo importante nell’informare e nel promuovere l’interesse dei clienti verso gli investimenti sostenibili e responsabili. Il lavoro è fondamentalmente organizzato secondo tre aree di studio. 1) Interazione consulente-cliente. 2) Sostenibilità: attitudini e conoscenza di consulenti e clienti. 3) Investimenti responsabili. a) Attitudini, conoscenza e possesso. b) Il ruolo del consulente. Per ciascuna area si propone nel seguito una selezione di contenuti interessanti. u Interazione consulente-cliente Il primo oggetto di studio riguarda le opinioni dei clienti sui tratti essenziali del servizio di consulenza finanziaria e del processo decisionale in materia di investimenti. L’indagine avviene attraverso l’associazione di parole. Con riferimento al servizio di advisory, la nozione più frequente è “serenità”, con oltre l’80% delle segnalazioni provenienti sia dai clienti sia dai cf. A conferma della tesi che il servizio di advisory è percepito come uno strumento di creazione di benessere.

Con riferimento a taluni profili del processo decisionale, si sono constatati anche… Una concordanza elevata riguardo gli obiettivi di investimento dei clienti, che entrambi i gruppi di intervistati riconducono anzitutto alla protezione del capitale investito, seguita dall’obiettivo di crescita. Un disallineamento rispetto al ruolo del partner nelle decisioni d’investimento del cliente, che il professionista sembra non cogliere appieno, nonché rispetto alla capacità di avere una visione complessiva della propria situazione patrimoniale e finanziaria, ritenuta dal professionista più frequente di quanto dichiarato dagli investitori. u Conoscenze e attitudini È stata rilevata una generale sensibilità ai temi ambientali, sociali e di buon governo aziendale sia da parte di entrambi i gruppi di intervistati sia nel percepito dei consulenti finanziari rispetto ai clienti (vedi grafico 2 a pag. 18). I consulenti finanziari sono stati infatti interpellati per esprimere al contempo il loro personale atteggiamento nei confronti di ciascuno dei fattori Esg, in modo da esplorare anche il contesto in cui vengono proposti i prodotti finanziari responsabili. Mentre i temi ambientali (riduzione di emissioni inquinanti, sprechi, consumi energetici) sono prioritari per tutti, i fattori sociali (contrasto alla povertà e alle disuguaglianze, accesso all’istruzione, politiche di genere, diritti umani) sono indicati più frequentemente dagli investitori. Quelli di governo societario (rispetto delle leggi e della deontologia, politiche di composizione dei consigli di amministrazione e di retribuzione dei manager) sono prevalenti presso i professionisti, coerentemente al ruolo.

I consulenti, inoltre, si mostrano…
-Consapevoli della scala di valori dei clienti percependo la rilevanza da questi attribuita all’ambiente (85% su 83%) e ai profili di governance (63% su 62%).
-Sottostimano la rilevanza delle componenti sociali (79% vs 84%).

Uno sguardo sull’Sri
Dalla survey risultano ancora margini di azione significativi per la diffusione degli investimenti finanziari responsabili. Se infatti le decisioni finanziarie e di investimento rappresentano per i clienti il secondo ambito (dopo quello delle scelte di consumo: alimenti biologici, riciclo rifiuti) in cui più di frequente tenere in grande considerazione gli impatti ambientali e sociali dei propri comportamenti (40% vs 60%), solo il 13% dei clienti si ritiene ben informato e il 26% si riconosce una conoscenza di base. Per i consulenti, invece, le scelte finanziarie si collocano dopo i consumi responsabili e, in linea probabilmente con l’operatività professionale, la mobilità. Con riguardo alle leve motivazionali, si rileva un disallineamento tra consulenti e clienti. Questi ultimi indicano, quasi nella stessa proporzione, le performance Esg e quelle finanziarie (rispettivamente 60% e 58%); rilevano inoltre incentivi fiscali o costi inferiori a quelli di altre opzioni (55%) seguiti dalla disponibilità di informazioni specifiche sull’impatto Esg (42%) e dalla formazione specifica del professionista (41%). Nel percepito dei consulenti emergono invece soprattutto una forte sensibilità per i temi Esg, il passaparola e la fiducia nella banca/ intermediario a guidare le scelte dei clienti (vedi grafico 3 a pag. 19).


Il consulente e l’Esg Sotto il profilo informativo, è il consulente il principale canale per i clienti e i professionisti si mostrano consapevoli del sostegno che possono fornire alla clientela insieme alle società mandanti (rispettivamente 64% e 61%). Al contempo (vedi grafico 4 a pag. 20) tendono a sopravvalutarne le aspettative verso le istituzioni pubbliche (tra i canali preferiti dal 41% dei clienti a fronte del 72% dei consulenti) e comunque a sottovalutare il ruolo del consulente (78% dei clienti a fronte appunto del 64% dei cf). Un maggior allineamento si rileva, invece, rispetto alla tipologia di informazioni ritenute utili. I consulenti finanziari, infatti, percepiscono correttamente che per i clienti sarebbe importante disporre di un indicatore sintetico o una certificazione (ecolabel) dell’investimento responsabile, di elementi di comparazione con altri investimenti simili e di dettagli sulle caratteristiche Esg dell’investimento: un ulteriore set di informazioni quanto mai utile per fabbriche prodotto e banche/ reti di consulenza finanziaria.

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